Don Fabris prete -medico che sventò una strage

Vallenoncello ricorda oggi i cinquant’anni dalla scomparsa del parroco monsignor Carlo Fabris. Immaginava un omaggio solenne, la pandemia costringe alla sobrietà.
Originario di Castello di Aviano, guidò per trent’anni la parrocchia di Vallenoncello: fu così amato che prima gli venne dedicata una strada pedonale, nel 1991 una via.
Laureato in teologia dogmatica, missionario in Alaska dove si laureò in medicina e fondò un villaggio per gli indigeni, il 18 ottobre 1940 fu nominato parroco di Vallenoncello. Entrò nella nebbiosa mattina del 26 gennaio 1941, con l’Italia in guerra: nella prima omelia ricordò i soldati al fronte.
Dopo il bombardamento del 28 dicembre 1944 molti pordenonesi si trasferirono nel quartiere e il sacedote si adoperò per farli ospitare nelle famiglie. Conosceva l’inglese e teneva nascosto nell’ossario del cimitero il telegrafo, col quale comunicò agli alleati di non bombardare, per non provocare una strage di civili. Così le bombe finirono vicino al Moderno, sede di un altro comando tedesco. Durante la guerra nascose la pala del Pordenone perché non andasse perduta. Parroco-medico, fondatore dell’asilo, oggi elementari, sarebbe stato ed è ricordato per la sua bontà e carità. —
E.L.
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