Don Nobile striglia gli udinesi: "Mancano rispetto ed educazione"

Il sacerdote incredulo esterna la sua amarezza sulle pagine de "La vita cattolica": musica e grida mentre passava la processione del Venerdì Santo 
Udine 14 Aprile 2017 via crucis duomo Copyright Petrussi Foto Press Turco Massiimo
Udine 14 Aprile 2017 via crucis duomo Copyright Petrussi Foto Press Turco Massiimo

UDINE. Venerdì Santo. La Via Crucis attraversa via Paolo Sarpi e si imbatte nella festa organizzata, nella piazzetta, davanti al “BarLume”.

La gente si diverte e la musica riecheggia dall’interno del locale. Quando il gestore si rende conto che sta passando la processione è troppo tardi. Abbassa il volume, ma non riesce a evitare lo sfogo di monsignor Luciano Nobile che sulle pagine del settimanale diocesano “La Vita Cattolica” esprime la sua amarezza.

«Nemmeno la gentilezza di abbassare il tono di voce, vedendo passare della gente che pregava». Parole pesanti alle quali si aggiungono altri commenti sugli effetti della movida in una città che, secondo il monsignore, può esprimere ben altro.

Come in una scena del film “Don Camillo e l’onorevole Peppone”, a Udine scoppia il botta e risposta tra la Chiesa e la città.

Monsignor Nobile prende lo spunto dal “Cammino delle chiese” promosso dall’Ufficio diocesano per l’iniziazione cristiana e la catechesi, per ricordare che iniziative di questo tipo «aiutano a riflettere e dimostrano che si può fare qualcosa di diverso dal trascorrere il tempo a bere nei locali e a far confusione».

Inizia così la riflessione del sacerdote, una riflessione che assume i contorni di una vera e propria critica alla movida. «Nulla di male nel bere qualcosa insieme o trascorrere momenti in compagnia - continua il monsignore - ma la città non può e non deve essere solo questo».

Non è la prima volta che il parroco del Duomo fa notare la maleducazione delle persone. In passato aveva più volte denunciato la sporcizia e i danneggiamenti lasciati sul campo da chi aveva partecipato agli eventi organizzati davanti alla cattedrale. Lo rifà anche stavolta spostando però l’obiettivo nella zona di via Sarpi.

«Davanti alla porta della chiesa di San Pietro martire troviamo spesso bottiglie e lattine e chi vuol entrare per una preghiera deve farsi strada tra le persone che siedono davanti all’ingresso».

E poi torna a soffermarsi sulla sensazione vissuta durante la Via Crucis del Venerdì Santo. «Si tratta di un momento spirituale intenso, che meriterebbe quantomeno rispetto».

L’intervento del monsignore non è passato inosservato, lo commentano i baristi, lo analizzano i rappresentanti delle categorie, se ne parla nei locali e altri sacerdoti si schierano con monsignor Nobile.

Il parroco di San Quirino, don Claudio Como, non ha partecipato alla Via Crucis, ma questo non gli impedisce di dire che «durante il Corpus domini si registra la stessa indifferenza. Anche senza la processione - continua il sacerdote - tutti vedono la maleducazione della gente. Basta percorrere a piedi o in bicicletta il centro per capire che la città si sta imbarbarendo».

Il parroco di San Quirino non ha alcun problema a dire che «in città mancano i controlli, ognuno fa quello che vuole». Don Como va oltre e cerca le radici dell’indifferenza nei comportamenti dei genitori. «Il bullismo non mi meraviglia - insiste - il fenomeno inizia a bordo dei suv delle mamma e dei papà che suonano a chi sta davanti».

Ma torniamo allo sfogo di monsignor Nobile sulle pagine del settimanale diocesano che se non è una bocciatura poco ci manca. Critica la gestione, a vari livelli, della città, della movida e della società che, a quanto pare, trascura le lezioni di educazione soprattutto nei confronti dei fedeli.

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