Dopo il ribaltone scatta lo spoil system
UDINE. È successo nel 2008 dopo l’avvicendamento tra Riccardo Illy e Renzo Tondo. Accadrà inevitabilmente anche oggi con l’elezione a presidente della Regione Fvg di Debora Serracchiani. Lo spoil system, e cioè l’abitudine dei governanti di turno a distribuire gli incarichi di vertice di agenzie regionali o società partecipate a seconda del colore politico, rischia di diventare uno dei temi dell’estate, soprattutto perché molte delle persone nominate dal centrodestra sono in scadenza.
A rischio sostituzione, in particolare, ci sono i presidenti di Friulia, Edi Snaidero, di Fvg Strade Giorgio Santuz, di Mediocredito Giovanni Battista Ravidà, di Finest, Renato Pujatti, i cui incarichi terminano proprio tra giugno e dicembre 2013.
Potrebbero restare “vittime” dello spoil system anche Marina Monassi dell’Autorità portuale di Trieste (scadenza prevista nel 2014), Sergio Dressi dell’Aeroporto Fvg (2014), Sergio Brischi di Insiel (2014) ed Emilio Terpin di Autovie Venete (2015). Anche se la neo governatrice Debora Serracchiani, proprio su questa tema, preferisce gettare acqua sul fuoco.
«Uno dei nostri impegni sarà il riordino di tutto il sistema delle Partecipate e cominceremo a lavorare subito – afferma –. Il mio, comunque, non sarà uno spoils system ideologico, cioè analizzeremo l’andamento dei vertici delle società e se un vertice funziona e ci sono condizioni perché venga confermato, verrà confermato, altrimenti si cambia. Di certo effettueremo una riduzione importante di stipendi, emolumenti e numero di componenti dei Cda».
In tema di costi delle Partecipate, un recente studio dell’economista Fulvio Mattioni, ha messo in evidenza come quelle della Regione Fvg siano troppo costose, prive di una strategia a lungo termine, poco trasparenti e incapaci di portare benefici concreti al territorio.
Dieci quelle prese in considerazione: le cinque in house (Agemont, Ares, Fvg Strade, Insiel, Ferrovie Udine-Cividale) e le cinque a partecipazione diretta (Aeroporto Fvg, Finanziaria Mc, Polo tecnologico di Pn, Promotur e Sincrotrone di Trieste), che complessivamente richiedono un esborso regionale di 264 milioni di euro l’anno, a fronte di entrate pari a 694 mila euro. Spetterà a Serracchiani tentare di migliorare le cose.
Il primo Cda a “saltare” potrebbe essere quello di Friulia, in scadenza tra un paio di mesi. Sulla finanziaria della Regione non c’è unitarietà di giudizio, tra chi pensa che svolga un ruolo determinante per il sostegno delle imprese, e chi si aspetterebbe un’azione più incisiva.
Un discorso a parte lo merita Promotur. In questo caso Serracchiani è stata chiara: ha intenzione di eliminare il Cda dell’Agenzia regionale che si occupa della gestione dei poli sciistici del Friuli Venezia Giulia. L’attuale presidente, Stefano Mazzolini, è stato eletto consigliere regionale con la Lega Nord, e quindi, per sedersi sui banchi di piazza Oberdan, dovrà necessariamente dimettersi. Il suo incarico comunque sarebbe scaduto a giugno. È probabile che l’Agenzia continuerà a funzionare con il solo ruolo del direttore, ma non va esclusa una nomina pro tempore di un nuovo presidente.
Oltre alle Partecipate più note, vanno tenute in considerazione anche le nomine effettuate in Agemont (con la parte Immobiliare diretta, fino alla fine del 2014, da Giovanni Battista Somma, e con il ramo denominato Cit in mano invece, sempre fino a dicembre 2014, a Dario Venturini), in Turismo Fvg (più che per la direzione, a rischio spoils system ci sono i responsabili delle agenzie territoriali) e in Ersa. Qui il direttore, fino al luglio 2014, è Mirko Bellini, uomo di Claudio Violino. Nomine di tipo politico si ritrovano anche all’interno dei Cda di molte di queste società, che con il nuovo corso Serracchiani rischiano di subire un rimescolamento. Ma non sempre ci sarà una rimozione. Spesso sono chieste dimissioni “volontarie”.
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