«Dopo Pramollo soldi anche a noi»
TOLMEZZO. Massimo Peresson, presidente di Carnia Welcome ritiene il progetto Pramollo, recentemente licenziato dalla Regione, una grande opportunità per la Carnia intera. «Non possiamo denigrare un progetto che fa aderire la nostra regione ad un polo sciistico di livello europeo, il più grande d’Europa».
«SI tratta inoltre dell’unico progetto proposto, mentre in Carnia non si è stati capaci di produrre e spingere un singolo progetto di sviluppo in campo turistico». L’adesione al Passo Pramollo deve transitare però anche attraverso il completamento delle Zoncolan, ampliandolo verso il Monte Daude «dandogli così la possibilità di divenire, in prospettiva, la spalla del Pramollo».
Un progetto globale Carnia che deve tener presente pure il turismo termale («se sono stati reperiti fondi milionari per il Pramollo si possono trovare fondi per terminare le terme di Arta» dice Peresson») e le altre infrastrutture che diano spazio ad un turismo non solo invernale.
«Il turismo in Carnia è per il 67% estivo, un potenziale da non sottovalutare: servono piste ciclabili di vallata che uniscano il fondovalle ai paesi alpini, il potenziamento delle piste di downhill sullo Zoncolan e sul Varmòst, la creazione di tracciati di bici trekking e riproporre seriamente il progetto Mauria - Varmòst - Casera Razzo». Un progetto che parli di montagna a 360 gradi, durante tutto l’anno, non solo d’inverno.
«La Regione deve cercare di coinvolgere la Carinzia in un piano unitario, invernale - estivo, un parco sportivo – turistico che dal Grossglockner arriva allo Zoncolan, a Sauris con proposte unitarie nel contesto di una maxi regione transfrontaliera Italia Austria».
«La Carnia ha già molte infrastrutture all’altezza di accogliere il nuovo turismo, basti pensare agli investimenti di molti albergatori che hanno strutture con all’interno i centri benessere: i privati hanno fatto il loro. Ora spetta alla Regione investire su tutta la Carnia coinvolgendo i settori attualmente presenti in montagna, agroalimentare, artigianato ed agricole e collegarle con il prodotto turistico».
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