Dragaggi nei canali, rifiuti depositati in aree ambientali protette: sotto sequestro un’area di 60 mila metri quadrati nella laguna friulana
Indagini dell’ufficio marittimo di Lignano, Arpa e Comune di Latisana, sotto indagine un’attività di acquacoltura con metodo biologico: in corso ulteriori accertamenti per definire ulteriori danni all'ambiente che tale attività potrebbe aver provocato all'ecosistema marino

LIGNANO. Diecimila metri quadrati di rifiuti irregolarmente depositati in area ambientale protetta durante le operazioni di dragaggio dei canali.
Durante le ultime settimane del 2023 i militari dell'Ufficio locale marittimo di Lignano Sabbiadoro, congiuntamente ai tecnici dell’Arpa Fvg e al personale tecnico del Comune di Latisana, sotto il coordinamento dell'Ufficio circondariale marittimo di Grado, hanno effettuato un'approfondita attività di vigilanza e controllo in materia ambientale in un'attività di acquacoltura con metodo biologico, allo scopo di verificare il rispetto della normativa ambientale, con particolare riferimento alla gestione dei sedimenti provenienti dalle attività di dragaggio dei canali.
Dai controlli effettuati è stato accertato che la società in questione ha effettuato nel corso degli ultimi anni attività di dragaggio dei canali senza effettuare le procedure di caratterizzazione e di verifica della compatibilità ambientale prevista dal Piano regionale Tutela delle Acque secondo le indicazioni delle linee guida dell'Arpa Fvg e dalla vigente normativa ambientale.
L'area che è stata quindi messa sotto sequestro ricade all'interno di una zona sottoposta a vincolo paesaggistico e tutelato dalla Rete Natura 2000, rientrante nelle più ampie zone protette come la Zona di Protezione Speciale (Zps) e la Zona Speciale di conservazione (Zsc).
Il sequestro dell'area, di circa 60 mila metri quadrati e di 10.140 metri cubi circa di fanghi derivanti dalle attività di dragaggio dei canali, è il frutto di una complessa attività di indagine condotta nei mesi precedenti dagli uomini e dalle donne della Guardia Costiera di Lignano Sabbiadoro che, sotto la direzione dell'Ufficio circondariale marittimo - Guardia Costiera di Grado, ha portato all'individuazione dei responsabili di questa condotta illecita.
Sono in corso ulteriori accertamenti al fine di definire gli eventuali e ulteriori danni all'ambiente che tale attività di dragaggio dei canali, con conseguente rimodellamento degli argini, potrebbe aver provocato all'ecosistema lagunare e marino.
Degli esiti dell'attività d'indagine ambientale è stata informata la competente autorità giudiziaria di Udine.
La Guardia Costiera di Lignano Sabbiadoro, all'interno delle più ampie attività del Centro di coordinamento ambientale marino della Direzione marittima del Friuli Venezia Giulia, è costantemente impegnata nella tutela dell'ecosistema, pertanto proseguirà in modo ancora più incisivo l'attività di vigilanza del territorio, allo scopo di contrastare tutte quelle condotte illecite a tutela dell'ambiente marino, lagunare e costiero.
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