Dramma del Natisone, c’è il nulla osta alla sepoltura di Cristian. Non c’è accordo sulla statua a ricordo dei tre ragazzi
L’avvocato Laghi: «Il sindaco non ha chiesto alla famiglia l’uso dell’immagine dell’abbraccio»
PREMARIACCO. Domenica, a Premariacco, era stato il giorno del dolore, con le campane a morto dedicate a Cristian Casian Molnar, il 25enne rumeno trovato in fondo a una forra del Natisone dai sommozzatori dei vigili del fuoco dopo 23 giorni di ricerche.
Lunedì 24 giugno, quello delle bandiere a mezz’asta e del lutto cittadino, in memoria sua e delle altre due ragazze, la fidanzata Bianca Doros, 23 anni, e la loro amica Patrizia Cormos, 21, che la piena del fiume aveva travolto lo scorso 31 maggio, quando l’acqua era all’improvviso salita, isolandoli sull’unico spuntone di ghiaia rimasta sotto i loro piedi, mentre scattavano foto sulla spiaggetta sotto il ponte romano.
«Vi ringrazio per il grandissimo esempio di comunità che avete dato», ha continuato a ripetere il sindaco Michele De Sabata, anche attraverso una diretta Facebook, rivolgendosi ai tanti che, con generosità e partecipazione, hanno contribuito ad agevolare l’immane lavoro dei soccorritori.
Sabato una messa
Ora che tutto è finito, almeno in paese, però, è lo stesso primo cittadino a chiedere un ulteriore segnale di vicinanza alle famiglie delle vittime.
Due le iniziative in cantiere. A brevissimo termine la prima, con una messa in suffragio dei tre ragazzi organizzata per sabato prossimo, alle 19, nella chiesa della frazione di Ipplis, «per chiudere in modo religioso – così ha spiegato De Sabata – questa pagina triste».
Più lungo l’orizzonte della seconda proposta del sindaco, che, come anticipato un paio di settimane fa, punta a consegnare a una statua il ricordo e, con esso, anche l’energia dell’abbraccio nel quale Patrizia, Bianca e Cristian si strinsero, per cercare di vincere la paura e la forza della corrente.
Simbolico anche il punto in cui collocarla: un’area verde del Comune poco lontano dal ponte romano. «Voglio iconizzare quell’abbraccio – ha spiegato –, perché tutti possano vederlo».
La disputa sulla statua
A riprova del peso che l’esperienza della tragedia ha avuto per Premariacco. Eppure, l’idea non è stata condivisa con nessuno dei parenti delle vittime.
Parola dell’avvocato Gaetano Laghi, che assiste la famiglia di Cristian e quella di Bianca. «Nelle ultime settimane, ho trascorso più tempo in Friuli che a casa mia e questa è la quarta volta che vengo – ha osservato il legale –. Ebbene, in tutto questo tempo, non sono mai stato contattato dal sindaco. Né, mio tramite, lui e le altre istituzioni hanno mai cercato di avvicinare le famiglie che rappresento. Della statua abbiamo appreso dai media.
Ma a nessuno dei familiari è stato chiesto se siano d’accordo o se gradiscano che l’immagine dei loro cari venga usata in questo modo». Da qui, i dubbi rispetto alla bontà dell’iniziativa.
«E in ogni caso – conclude l’avvocato Laghi –, non possiamo esprimerci su una cosa che, in quanto mai neppure illustrataci, per noi non esiste».
Il nulla osta alla sepoltura
Diverso il discorso dell’interlocuzione avviata con la Procura di Udine, che sul caso ha aperto un’inchiesta per l’ipotesi di reato di omicidio colposo, tutt’ora a carico di ignoti, e con cui anche lunedì il legale si è confrontato, ai fini della restituzione della salma di Cristian al fratello Petru Radu, residente in Austria e in Friuli da tre settimane, per unirsi ai soccorritori nelle ricerche.
Il pm Letizia Puppa, che coordina le indagini, ritenendo sufficienti l’esame cadaverico esterno effettuato dal medico legale Carlo Moreschi e il riconoscimento da parte del fratello, ha rilasciato il nulla osta alla sepoltura.
Sarà Petru Radu, nelle prossime ore, a riportare le spoglie di Cristian a casa, dai genitori, in Romania. Ed è lì che sarà celebrato il funerale, proprio come era stato per Patrizia e Bianca.
Il cellulare di Cristian
Addosso al ragazzo, che i sommozzatori del nucleo speleo alpino fluviale dei vigili del fuoco hanno trovato a circa un chilometro dal punto in cui il gruppetto era stato trascinato via dalla piena, in parte coperto da ramaglie, ma finalmente visibile grazie all’abbassamento del livello delle acque, c’erano ancora i suoi effetti personali.
Compreso il cellulare, che è stato posto sotto sequestro, per verificare se sia possibile esaminarne i contenuti, come già con quello di Patrizia adoperato per chiedere aiuto al Nue 112.
Ed è proprio questo che Petru Radu e le altre famiglie si aspettano dagli inquirenti: chiarezza su come siano andate le cose. Chiedono di poter ascoltare le telefonate, per capire se fosse possibile intervenire in tempo per salvarli.
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