Dramma del Natisone: quanti operatori del 112 parlarono con Patrizia? Verifiche in corso da parte della Procura
L’inchiesta punta a chiarire se non vi sia stata una sottovalutazione del caso
Quanti e chi sono stati gli operatori del Numero unico per le emergenze 112 che, tra le 13.29 e le 13.48 di venerdì 31 maggio, hanno risposto alle telefonate effettuate da Patrizia Cormos con il proprio telefonino, mentre, insieme agli amici Bianca Doros e Cristian Casian Molnar, si trovava in mezzo alla piena del Natisone, sotto il ponte romano, a Premariacco?
È uno dei tanti e cruciali quesiti che la Procura di Udine intende accertare, attraverso l’acquisizione della documentazione in possesso della Sores, la Sala operativa regionale emergenza sanitaria del Friuli Venezia Giulia preposta alla ricezione delle richieste di soccorso, e la serie di testimonianze che la Polizia giudiziaria sta raccogliendo, nell’ambito dell’inchiesta per omicidio colposo, al momento a carico di ignoti, avviata a seguito della scomparsa dei tre amici e al ritrovamento, due giorni dopo, dei corpi senza vita delle due ragazze.
Quattro le chiamate partite dal cellulare, ritrovato e funzionante, ma soltanto tre le conversazioni effettuate, visto che la seconda, avvenuta pochi minuti dopo la prima, fallì perché la linea cadde praticamente subito. La terza è stata registrata alle 13.36, con il livello dell’acqua che continuava ad alzarsi, e la quarta alle 13.48, quando la situazione pareva ormai disperata.
Proprio come riferito dall’autista dello scuolabus comunale che, transitando sul ponte, notò i ragazzi isolati in mezzo alle acque torbide, sull’unico tratto di ghiaione rimasto sotto i loro piedi, e allertò a sua volta i carabinieri.
Il fatto che all’altro capo del cavo ci sia stato più di un interlocutore, del resto, non stupirebbe. Considerato l’elevato flusso di richieste che ogni giorno arriva al 112, al servizio lavora in contemporanea una decina di operatori. Considerato però anche il modo in cui è organizzato, la gestione mista di un caso in teoria non pregiudica qualità e tempestività del soccorso.
Chi sta al centralino, infatti, ha davanti a sé un monitor sul quale vede tutte le richieste e gli interventi eventualmente disposti. Dunque – spiegano gli addetti ai lavori – un secondo o un terzo operatore che avesse interagito con Patrizia avrebbe saputo sia a quale situazione si stava facendo riferimento sia le azioni già decise.
L’introduzione del Nue 112 in Fvg risale al 2017. Come più volte spiegato in sede regionale, grazie ai dispositivi in uso, tutti di ultima generazione o quasi, è possibile geo-localizzare chiunque telefoni, tanto con cellulare, quanto con telefono fisso.
Individuato con precisione il punto di chiamata, scatta l’invio dei mezzi di soccorso. Orari alla mano, quanto avvenuto anche a Premariacco, con le squadre di terra dei vigili del fuoco partite dal Comando provinciale di Udine e giunte in poco più di un quarto d’ora dalla prima chiamata.
Il punto è chiarire se dovesse essere attivato - o, quantomeno, se vi fossero le condizioni per farlo con la stessa tempestività - anche l’elicottero attrezzato, che invece è decollato da Venezia appena alle 14.03. L’avvocato Gaetano Laghi, nominato da Petru Radu, fratello di Cristian, sostiene che i soccorsi siano stati tardivi. «La burocrazia – ha ribadito anche ieri – ha prevalso sull’intuito e sul senso dell’urgenza»
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