Dream Village, 3 a giudizio per bancarotta

I titolari di Piesse e Cds saranno chiamati a rispondere del reato di bancarotta fraudolenta, il 29 novembre prossimo dinanzi al tribunale di Pordenone

PORDENONE. Saranno chiamati a rispondere del reato di bancarotta fraudolenta, il 29 novembre prossimo dinanzi al tribunale di Pordenone in composizione collegiale, i tre imprenditori indagati per il fallimento delle società che gestivano le strutture del Dream Village di Cordenons, la Piesse (piscine termali e il ristorante) e la Cds (palestre con area fitness).

Ieri gli imprenditori Vittorio e Lucio Fantin e Sante Scian sono comparsi per la quarta volta di fronte al gup Alberto Rossi del tribunale di Pordenone, che ne ha disposto il rinvio a giudizio, nonostante la difesa avesse prodotto un nuovo documento «per dimostrare alcune irregolarità nei chiarimenti della curatela».

Deluso, dunque, l’avvocato Carlo Canal di Padova: «Ci aspettavamo che potesse essere concesso un nuovo termine – ha affermato all’uscita dall’aula – perché fossero presi in considerazione dei nuovi elementi, in grado a nostro avviso di modificare i capi d’imputazione. Non c’è stata sottrazione di beni, semplicemente delle irregolarità nella tenuta delle scritture contabili. Avremmo voluto proporre un patteggiamento o comunque valutare un rito alternativo. Vorrà dire che andremo al dibattimento».

I due crac erano stati riuniti in un unico procedimento. Il passivo generato dai fallimenti (curatela Piesse avvocato Marco Zucchiatti) del Dream – un sogno da 20 milioni di euro – è davvero considerevole. I fratelli Fantin e Sante Scian sono accusati di bancarotta sia documentale, sia distrattiva. Il fallimento era stato dichiarato nel 2008. Palestre e piscine termali esterne, nel frattempo, dopo molti ribassi d’asta, erano state acquistate da una proprietà che fa capo all’Eurosporting. (b.o.)

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