Droga a una minorenne, chiusa la discoteca Kursaal di Lignano

LIGNANO. Ormai la linea è chiara. Non ci sono appelli, né tentennamenti: al primo errore si chiude. Dopo la morte di Lamberto Lucaccioni, che a 16 anni si è accasciato in una sala del Cocoricò, il Viminale ha imposto un giro di vite sulla movida.
E dopo la chiusura di quattro mesi della discoteca simbolo della riviera romagnola, ecco i 15 giorni di stop al Kursaal. Lì non è morto nessuno, ma una 17enne è svenuta ed è finita in ospedale dopo aver assunto droga acquistata da uno spacciatore nel bagno del locale.
Erano le prime ore del 26 luglio scorso. Pochi giorni dopo c’è stata una lite all’interno della discoteca, un minorenne è stato colpito da un pugno ed è finito al Pronto soccorso. È a causa di questi due episodi che ieri è stato notificato il provvedimento amministrativo con il quale il questore Claudio Cracovia ha imposto al locale uno stop di 15 giorni.
«Perché quando a essere in pericolo è la salute di centinaia di ragazzi - aveva spiegato il capo della polizia - tutto il resto passa in secondo piano». Tolleranza zero quindi. Ma il popolo della notte non ci sta.
«Al prossimo episodio di spaccio che si verifica nei bagni di una scuola chiuderanno pure quella?», si sfoga l’avvocato Renato Fusco che insieme a Vincenzo Cinque difende il Kursaal. «La verità - continua - è che siamo di fronte a un provvedimento sproporzionato e illegittimo che impugneremo al più presto.
Il Kursaal non soltanto non ha alcuna responsabilità rispetto ai fatti contestati, ma il titolare si è anche adoperato per mettere in atto tutte le misure di prevenzione e di controllo possibili proprio con l’obiettivo di contrastare comportamenti dei singoli che rischiano di penalizzare due volte l’attività».
Alle spese per la sicurezza, si aggiunge infatti la beffa della chiusura. Ma l’interesse economico ed imprenditoriale passa evidentemente in secondo piano quando gli investigatori accertano situazioni di potenziale pericolo soprattutto per i più giovani.
Il Tulps (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) consente infatti al questore e al sindaco di disporre la sospensione o la revoca delle licenze di esercizi pubblici nel caso in cui si verifichino situazioni di pericolo: non solo droga quindi ma anche furti, lesioni, rapine, fino alla violenza sessuale. Sono state pianificate attività mirate in tutti i locali maggiormente frequentati dai ragazzi che nel periodo estivo si concentrano nelle località balneari.
Oltre alle verifiche amministrative sulle licenze, nel “mirino” c’è la vendita di alcolici: chi consente ai minori di bere, rischia i sigilli immediati. Lo stesso vale se non si rispettano gli orari di chiusura e le discoteche dovranno anche poter contare su un servizio di vigilanza che impedisca l’ingresso e l’attività di chi vende droga. Lo spaccio di sostanze stupefacenti, e in particolar modo di pasticche sintetiche, è considerato particolarmente pericoloso per la salute.
Anche Ilaria Boemi, la messinese di 16 anni trovata morta lunedì in spiaggia potrebbe aver pagato con la vita l’assunzione di ecstasy. «Sapere cosa c’è in una pasticca è quasi impossibile - aveva sottolineato il capo della Squadra mobile di Udine, il vicequestore aggiunto, Massimiliano Ortolan -. E proprio per questo l’assunzione di quelle droghe sintetiche è molto pericolosa, soprattutto per i più giovani e adesso si comincia a provare pastiglie anche a 13-14 anni».
A contribuire al boom della pastiglie è anche il prezzo: per ballare senza sosta anche sei ore di fila cullati da un’euforia contagiosa che fa dimenticare i problemi e accantonare i freni inibitori bastano dai 5 ai 20 euro. Le pasticche poi sono più facili da nascondere e l’effetto è immediato, ma i rischi sono elevati: si possono avvertire brividi, nausea, allucinazioni, crampi, offuscamento della vista e riportare anche danni irreversibili al sistema nervoso.
L’overdose o il mix con altre sostanze come l’alcol può essere fatale.
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