Due arrestati e altri 15 indagati per traffico illecito di rifiuti

Blitz all’alba di ieri dei carabinieri del Noe di Treviso, al termine di una lunga indagine su un traffico illecito di rifiuti. I militari del Nucleo operativo ecologico del capoluogo della Marca hanno effettuato arresti, perquisizioni e sequestri nelle province di Treviso, Padova e Venezia. Il bilancio è di due persone agli arresti domiciliari, cinque sottoposte a misure interdittive nel settore dei rifiuti e dei trasporti e altre dieci indagate a piede libero. In sintesi, il sistema illecito di smaltimento dei rifiuti era semplice. Il materiale inerte, estratto durante i lavori di bonifica di un’ex fonderia di Paese e classificato come rifiuto (si trattava di un mix di terra e scorie di fonderia contenente fluoruri), invece di essere conferito in una discarica di Forcal a Vittorio Veneto veniva illecitamente dirottato, smaltito e seppellito nell’ex cava Lot a Formesin di Cison di Valmarino. Naturalmente, per avallare l’inganno, venivano falsificati i registri e le bolle di trasporto. Da qui le accuse contestate a vario titolo ai 17 indagati di traffico illecito di rifiuti, falsità in registri e notificazioni, realizzazione e gestione di discarica non autorizzata e abuso edilizio. Tra gli indagati c’è anche un carabiniere del comando provinciale di Treviso accusato di rivelazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento personale.
due arresti
Agli arresti domiciliari i protagonisti dell’inchiesta. Si tratta di Mauro Zuccarello, 47 anni, di Ponte di Piave, amministratore delegato di Ecostile srl, l’azienda con sede legale a Pordenone, ma plesso operativo a Gorgo al Monticano, che aveva ottenuto un contratto d’appalto per i lavori di bonifica dell’ex fonderia Montini di Paese, e di Federico Lot, 41 anni, di Follina, titolare della Fal srl, l’azienda di Pieve di Soligo che si occupava dei lavori di sistemazione e riempimento della cava ex Lot di Formesin a Cison di Valmarino. Una cava, quest’ultima, dove potevano essere conferiti soltanto inerti e non rifiuti.
Il SISTEMA
Il sistema illecito di smaltimento dei rifiuti era molto semplice. I rifiuti (terra e roccia mista a scorie di fonderia) che, durante i lavori di bonifica operati dall’Ecostile srl, partivano dalla ex Montini di via Stazione a Paese invece di essere conferiti nella discarica di Forcal di Vittorio Veneto, gestita dalla Centro recuperi Piave srl di Conegliano - come veniva falsamente attestato nella documentazione e nelle bolle di trasporto -, venivano dirottati e smaltiti nella cava di Formesin di Cison. In questo modo, le ditte coinvolte beneficiavano dell’abbattimento dei costi di smaltimento. Secondo i calcoli dei carabinieri del Noe, nella cava di Cison sono così finite indebitamente 53 mila tonnellate di rifiuti illeciti. In questo modo, la ditta Fal srl avrebbe tratto un illecito profitto per circa 215 mila euro.
GLI ALTRI INDAGATI
Sono così finiti nei guai e ora sono stati interdetti dall’attività di gestione di rifiuti e trasporti Claudio Cadamuro, 59 anni, di Torre di Mosto, il responsabile del Centro servizi recuperi Piave srl che gestisce la discarica di Forcal di Vittorio Veneto, Marco Nespolo, 45 anni, di Gorgo, socio dell’Ecostile, e i legali rappresentanti delle due ditte che effettuavano il trasporto del materiale conferito illecitamente a Cison ossia Fabio Dal Zilio, 47 anni, di Quinto, della Dal Zilio inerti srl, e Michelino Marchiori, 69 anni, di Campagna Lupia, della Marchiori Group di Campolongo Maggiore. —
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