Due civiche per il centrodestra a Pordenone, Basso parte dalla lista Ciriani

Il candidato: continuità nel cambiamento. «Senza Salvador, corriamo contro l’estrema sinistra»

Martina Milia
Drigo, Basso e Ciriani con il simbolo della lista
Drigo, Basso e Ciriani con il simbolo della lista

Alessandro Basso inizia formalmente la campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale di Pordenone  con la prima delle due civiche che lo sosterranno.

Inizia con il compito arduo di non farsi rubare la scena dall’ex sindaco Alessandro Ciriani, ma nella prima uscita per presentare il simbolo della “Lista Ciriani – Pordenone cambia, Basso sindaco” trova il suo spazio, il suo stile e lancia una campagna «che non intende rispondere al livore altrui».

Il riferimento è al candidato sindaco Nicola Conficoni, che per Ciriani rappresenta addirittura «la parte più divisiva della città. Rappresenta l’estrema sinistra».

E da Basso, Ciriani e Drigo arriva una provocazione politica: «Ci dispiacerebbe se Marco Salvador non si candidasse, perché rappresenta la parte più liberale della città, quella con cui si può trovare un punto di caduta sui temi amministrativi».

Pn cambia

Il capogruppo di Pn cambia, Massimo Drigo, ha fatto gli onori di casa ricordando che, «grazie a questa lista, quello che sembrava un libro dei sogni è diventato realtà per la città».

E anche se ci sarà una seconda civica a favore del candidato sindaco (quella a cui sta lavorando Pietro Tropeano ndr), la lista che ha ribaltato il governo della città nel 2016 non teme concorrenti.

«Noi dovremo dimostrare di avere qualcosa in più – evidenzia Drigo – . L’obiettivo è portare più acqua possibile al mulino del candidato sindaco».

E la lista potrà contare su solide certezze – oltre a Drigo si ripresenteranno gli assessori Lidia Diomede e Mattia Tirelli, i consiglieri Paolo Celante, Giovanna Favret, Lisa Mozzon e l’ex consigliere Calogero (Lillo) Lopipero.

Non mancheranno le novità e una l’ha anticipata Alessandro Ciriani: il dottor Mario Mileto del Cro di Aviano. Ciriani ha aggiunto: «Questa è una famiglia, una comunità. Non vi nascondo che non sarà facile ottenere lo stesso risultato del 2016».

Il candidato sindaco

Basso ha parlato di «continuità nel cambiamento» e ha svelato un pizzico di emozione perché la sua storia politica è partita da quella lista. Lista che «va oltre la politica e lo dico da uomo di partito – ha precisato –. Questo simbolo è la narrazione della storia che ci ha visto protagonisti prima e ci vedrà protagonisti dopo. Metto a disposizione della città l’esperienza maturata» ha proseguito Basso.

Al centro del progetto ci saranno «il Valle center, ma anche gli investimenti nei quartieri. Nei primi otto anni abbiamo rimesso a nuovo le scuole, che quando siamo arrivati erano fatiscenti – ha ricordato –. Le telefonate che arrivavano la mattina per i problemi non ci sono più. Si è scelto di investire sulle scuole come mai prima: è di destra? È di sinistra? È di buon senso».

Il Futuro? «Abbiamo idee interessanti sui parcheggi, sulla zona della stazione – ha detto attirando lo sguardo incuriosito dell’imprenditore dei mulini, Gianpaolo Zuzzi – su uno sviluppo sostenibile del commercio nei quartieri. E poi l’area di borgo Colonna, lo sport, partendo dal palazzetto, parallelamente al polo Young. Il progetto di Capitale della cultura e il lavoro, a vari livelli, per tornare a essere capoluogo di Provincia. Non da ultimo lo sviluppo del consorzio industriale: deve essere competitivo rispetto al Veneto».

Il futuro

«Un candidato migliore non avremmo potuto avere – ha rimarcato Ciriani –, per competenza e capacità. Ma anche per dialogo.

La vera sfida del prossimo mandato sarà creare un clima di serenità. Quelli passati sono stati anni duri, non ho mai visto un clima così pesante, mai visto un sindaco attaccato quotidianamente, con continue cattiverie, meschinità e menzogne».

Per Ciriani: «Abbiamo davanti una sfida che possiamo vincere perché abbiamo la coscienza a posto. Abbiamo recuperato 180 milioni di euro e solo questo chiude la partita.

La fase delle grandi opere si chiude, si aprirà quella delle manutenzioni. Restano due partite su cui la città dovrà decidere: il futuro della Mittica e del castello».

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