Due milioni in più per pagare gli ex dipendenti provinciali
UDINE. Cambieranno datore di lavoro, usufruendo di alcuni benefit, che prima non erano loro riconosciuti. I dipendenti provinciali del servizio del lavoro si apprestano, dal primo luglio, a “fare il salto” in Regione per effetto del trasferimento di competenze stabilito dalla legge 26 del 2104.
Con alcuni vantaggi di non poco conto: godranno di quattordicesima, buoni pasto e di solo due rientri pomeridiani. «La riforma – tuona l’assessore al lavoro della Provincia di Udine, Leonardo Barberio – porterà maggiori costi. Soltanto per il trasferimento di questo personale saranno spesi due milioni di euro in più».
Il piano di subentro riguarderà, in questa prima fase, 300 lavoratori delle quattro Province del Friuli Venezia Giulia, impiegati nei centri per l’impiego e negli uffici centrale del lavoro. Di questi un centinaio sono quelli in capo alla Provincia di Udine.
A trarne beneficio da questo passaggio anche 55 precari (19 a palazzo Belgrado), le cui posizioni saranno stabilizzate. Il documento è stato votato ieri dal consiglio provinciale e approvato con 18 voti favorevoli, quelli della maggioranza, 11 astenuti e un contrario (quello del consigliere del gruppo misto, Federico Simeoni).
Si tratta del primo trasferimento di competenze dalla Provincia alla Regione, a cui seguiranno anche l’edilizia scolastica e la viabilità. Con molta probabilità gran parte dei dipendenti non cambieranno postazione operativa, anzi sarà garantito loro l’inquadramento economico del personale della Regione.
«Chiudere le Province porterà ad aumentare i costi – commenta il presidente dell’ente friulano, Pietro Fontanini –. La maggioranza regionale ha varato una riforma malgrado siano stati prodotti studi in cui si parla di una lievitazione della spesa pubblica (quello della Cgia di Mestre, commissionato dall’Upi Fvg, parla di 20 milioni di euro di costi in più, per esempio). Ci sarà, inoltre, un accentramento di poteri in mano alla Regione, maggiore burocrazia e rallentamenti operativi. Tutto questo ai cittadini non produrrà alcun vantaggio».
«Soltanto se saranno tagliati vari passaggi amministrativi e commissioni – questa è la posizione del consigliere della Lega Nord, Mauro Bordin – ci sarà una vera lotta agli sprechi. La Regione Friuli Venezia Giulia è il primo ente in cui bisogna fare questo tipo di interventi. Noi votando a favore il piano di subentro ci turiamo il naso perché questa riforma fa schifo, consapevoli però che la responsabilità di tutto questo è della Regione».
«Il problema non riguarda l’oggi – puntualizza il capogruppo consiliare del Pd, Salvatore Spitaleri –. Bisogna guardare in prospettiva. È necessario un percorso riformistico di una struttura amministrativa pensata ormai un secolo fa. Le esigenze sono ormai cambiate e lo sforzo della Regione è quello di avvicinare la macchina burocratica ai cittadini».
«Contestiamo, invece, alla Provincia – conclude il capogruppo del Pd – di non aver trasferito tutto il personale che si occupa delle politiche attive del lavoro, ma di aver operato una scelta discrezionale. Questo comporta il rischio che la regione debba riorganizzare il servizio e che non sia garantita la sua piena continuità».
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