Duello sulle aperture nelle festività civili
![epa03014629 Black Friday shoppers fill the aisles at a Target department store as they seek Christmas specials in Glenview, Illinois, 25 November 2011. Black Friday traditionally kicks off the holiday shopping season and gets its name from the day that most businesses target as the day they first turn a profit for the year. EPA/TANNEN MAURY*************** TRADUZIONE ***************epa03014629 Anneriscono acquirenti di venerdì riempono i corridoi ad un grande magazzino di Obiettivo come loro cercano specials di Natale in Glenview, Illinois 25 novembre 2011. venerdì Nero tradizionalmente calci via la festa che fa compere stagione ed ottiene il suo nome dal giorno che la maggior parte di società designano come bersaglio come il giorno loro girano un profitto per l'anno prima. EPA/TANNEN MAURY](https://images.messaggeroveneto.it/view/acePublic/alias/contentid/56857635-f508-493b-89d7-76d723d5c028/0/usa-black-friday-shopping.webp?f=16%3A9&w=840)
PORDENONE. Festa della liberazione 2013 e anche dal lavoro: punti vendita di Coop Consumatori Nordest chiusi, oggi, 25 aprile. Stop allo stakanovismo festivo e le commesse del centro Meduna ringraziano. La liberalizzazione delle aperture, sarà la bibbia del marketing di una quota di minoranza. In dettaglio: si riempirà il carrello nei centri commerciali sulla Pontebbana Emisfero, Bennet, poi Ovvio nella Pedemontana e nei market Pam, Interspar a Pordenone. Empori cinesi con serrande alzate, insieme alla libreria Giunti al Punto in centro città. Stessa politica commerciale nei punti bricolage di Self e Mercatone uno nella cintura provinciale.
«Abbiamo deciso di non aprire nelle principali ricorrenze civili quali il 25 aprile, il Primo maggio – hanno spiegato la svolta rispetto alla liberalizzazione del commercio dal quartiere generale della Coop Nordest -. Poi, il 2 giugno e per quelle religiose di Natale, Santo Stefano, Capodanno, Pasqua, lunedì dell’Angelo e Assunzione il 15 di agosto».
Gli operatori commerciali che alzano la saracinesca in queste occasioni realizzano buoni incassi, ma la scelta delle cooperative inverte la marcia. «Vogliamo rispettare momenti di forte valore – è la filosofia aziendale dichiarata da Marco Pedroni presidente di Coop Nordest - per la nostra comunità. In questi tempi così duri per le imprese è una scelta coraggiosa: vorremmo che i nostri soci e i consumatori l’apprezzassero. Per questo chiediamo loro di posticipare, caso mai, gli acquisti al giorno dopo».
Stessa linea per Coopca di Aviano: vetrine spente, oggi e forse il primo maggio. «Decideremo sulla festa del lavoro – dicevano ieri dietro il bancone – il 29 aprile». Aperta in mattinata Coop Casarsa ma c’è la Sagra del vino. Da Interspar ritmi alterni: shopping oggi e serrata il primo maggio. Sempre aperto, invece, nel supermarket Pam in Corso Garibaldi, nei centri commerciali Emisfero e Bennet, poi nel super-store per la casa Ovvio. Dove il tabù del primo maggio è stato rotto da un paio di anni.
«Gestiamo i turni con gli shopper in organico a tempo indeterminato – nel Pam si aspettano il solito assalto dei festivi dicono le commesse -. Primo maggio aperto, con orario spezzato mattina e pomeriggio». Orario continuato da Ovvio e anche nella grande distribuzione sulla Pontebbana. «Abbiamo 5 giorni l’anno di festività rispettata – conta al telefono una commessa di Ovvio – e devono bastare, per contratto». Il 25 aprile si sdogana: tante commesse ingoiano amaro e stanno zitte. «La paura è quella di perdere il posto di lavoro, dicendo no alla corvè festiva – dicono i sindacalisti Cgil e Uil del settore commercio Mauro Agricola, Susanna Pellegrini e Daniela Duz –. Il guadagno è irrisorio: 2,50 euro l’ora. Non ne vale la pena e rivendichiamo il diritto al riposo per tutti i lavoratori del commercio».
Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire: lo slogan delle lotte operaie dell’altro secolo, ha perso lo smalto. La liberalizzazione degli orari dei negozi, confermata dal decreto Salva Italia, ha cambiato i bio-ritmi: del lavoro e della vita per il popolo degli shopper e anche per i pordenonesi in vacanza. Dopo la gita fuoriporta tra i greti dei fiumi, prati in costa o corse al mare, tanti si riverseranno nei centri commerciali a fare rifornimento per il freezer di casa. Anche il primo maggio verrà sacrificato sull’altare della sopravvivenza alla crisi. Le aperture straordinarie hanno incrementato il fatturato e flussi di gente intorno al 35%.
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