E' il Vasco-day: nel “popolo” del Blasco padri, figli e gruppi social

LIGNANO. L’autografo di Vasco ce l’ha tatuato sulla pelle. Lui che l’aveva anche invitato al suo matrimonio. «No non è venuto, ma mi ha inviato un telegramma per congratularsi». Lo dice con orgoglio Gianni Spagnolo, originario di Lecce. Sono da poco passate le 12. È in fila insieme agli altri amici del fan club da ore.
In piedi, sotto il sole. Poco piú avanti ci sono Manuel Camazzola e Ivana Gallo di Bologna. Si tengono mano nella mano. La colonna sonora del loro amore è stato il Komandante.
Lo ascoltano da quando erano ragazzini. «Io la prima volta che l’ho sentito avevo dieci anni» dice lei. «Io per andare al mio primo concerto sono scappato di casa. Ora che sono grande lo posso dire a mio padre» aggiunge lui sorridendo.
Poi c’è Alessandro Cinus con il suo amico Roberto Scutella. Sono arrivati all’alba da Torino. Centinaia di chilometri in macchina per vederlo. C’è cresciuto con la sua musica, quella stessa musica che ascoltava il papà. Ecco il popolo del Blasco.
C’è chi è arrivato ieri notte in camper da Roma. Chi è partito alle cinque e mezza del mattino dal Veneto. Tappetini, asciugamani distesi sull’asfalto, le canzoni del rocker di sottofondo a rendere meno impaziente l’attesa.
I cori “Vasco Vasco”, gli zaini appoggiati sotto la testa riposarsi, le magliette e le fascette che raccontano di passati concerti, gli striscioni e le bandiere. Si inganna il tempo cantando. Un amore che unisce le generazioni quello per Il Komandante.
Cosí come ha unito le due famiglie Bortolussi e Cassina di Premariacco. Genitori e figli che condividono un’unica passione. «Da quando aveva due anni - dice Alessandra che proprio a Lignano nel 1989 ha visto il suo primo concerto del Blasco - mio figlio, che ora ne ha dieci, canta le canzoni di Vasco e vuole venire ai suoi concerti. Non è stato niente di forzato ovviamente e ora non vedeva l’ora di venire qui».
«La nostra è una passione che c’è da sempre» racconta il marito Luca, 46 anni.
Ci sono poi le comitive di amici. Quelle che la vivono con l’entusiasmo di chi ama condividere insieme i momenti piú importanti. E questo per tutti lo è. Come la famiglia Nervo con parenti e amici al seguito in arrivo da San Fior. Romina ha trasmesso la sua passione a tutti e 4 i figli.
«Sono stati i miei fratelli ad appassionarmi – racconta – ed è bello condividere con amici e parenti. C’è il mio migliore amico Luca, al suo 19esimo concerto, con la fidanza Debora, mio nipote con la fidanza Monica, i miei tre figli perché purtroppo il quarto non è riuscito a esserci. In tutto siamo in 25».
E poi ci sono le fan che si conoscono nei social e diventano amiche nella realtà. Loro sono Mara da Vicenza, Camilla da Bergamo, Patrizia da Roma. Nel 2010 iniziano a scrivere nel blog di Vasco. Poi l’incontro a Bologna. «Da lí è nata una bella amicizia – dicono – siamo andate al matrimonio di un’altra componente di questo gruppo a Desenzano del Garda. Si è creato un bellissimo legame».
Un’amicizia che le ha portate a voler fare qualcosa per gli altri. E cosí hanno deciso, attraverso un’associazione, di adottare sette bambini e bambine del Congo. La prima è stata Yab ed è a lei che è dedicato il nome del loro gruppo.
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