E’ morta a 113 anni la nonnina del Friuli I CENTENARI

UDINE. La città perde la sua supercentenaria. Maria Gravigi, nata il 3 marzo del 1900 in città, si è spenta il giorno di Ferragosto, all’età di 113 anni e 165 giorni, alla Quiete dove era ospite da qualche tempo. Era tra le persone attualmente più vecchie del mondo, la seconda in Italia e la terza in Europa.
Era inoltre l’ultima superstite della classe 1900 in Italia e nel corso di questi anni, in cui era diventata nota, ha battuto tutti i record di longevità riguardanti il Friuli Venezia Giulia: mai nessun friulano aveva superato, prima di lei, i 110 anni d’età, tantomeno era arrivato a quota 113.
La notizia, come espressamente voluto dalla famiglia, è stata diffusa solo ieri, a esequie avvenute.
«Mia madre si chiamava Maria e se n’è andata nel giorno dell’Assunzione di Maria - dice commossa la figlia Teresa -. E’ morta verso le 13, poco dopo che l’avevo salutata per rientrare a casa. Non stava bene da circa una settimana, era sempre più stanca. Ma se n’è andata in punta di piedi, senza soffrire, come avrebbe desiderato e come è sempre stata la sua vita, all’insegna della riservatezza e della discrezione. A fine luglio era ancora presente, tanto che aveva ricevuto la visita di due esperti, uno italiano e uno austriaco, del Gerontology Research Group (il team di scienziati con base ad Atlanta, negli Stati Uniti, che studia le persone che superano i 110 anni d’età, ndr). Le avevano portato un bel mazzo di fiori e la pietra della longevità. Poi c’era un altro medico, questa volta dalla Malesia, che avrebbe voluto conoscerla, avevamo fissato una specie di appuntamento per fine mese, ma non c’è stato tempo».
Quella di Maria Gravigi è una storia tutta udinese che comincia all’alba del Novecento e ci ha accompagnato fino a oggi, nell’era di Twitter e Facebook. Era nata in via dei Teatri, l’attuale via Stringher, il 3 marzo 1900, quando in Italia regnava ancora Umberto I e in Vaticano era Papa Leone XIII. Era figlia di un agente privato e amministratore di beni che morì di polmonite quando lei era in fasce.
Nel 1917 Maria Gravigi e la madre Anna Monticco, dopo la disfatta di Caporetto, furono costrette ad abbandonare la loro casa di via dei Teatri e furono sfollate a Roma. La parentesi nella capitale fu l’unica in cui Maria Gravigi lasciò la sua amata Udine.
A Roma Maria per mantenersi lavorò come impiegata al ministero delle Armi e delle Munizioni, poi al ritorno in Friuli, dopo aver assistito sua madre ammalata, si sposò con Francesco De Candia, impiegato delle Ferrovie, di 10 anni più anziano di lei.
Dall’unione sono nate due figlie, Anna Maria, che vive in provincia di Brescia con la sua famiglia, e appunto Maria Teresa. La supercentenaria è rimasta vedova nel 1955 e ha vissuto in diversi quartieri udinesi: riva Bartolini, in Chiavris, in viale Duodo e poi in via Battistig.
Non c’era un segreto per l’eccezionale fibra di questa donna. «Mia madre non ha mai avuto vizi. Non ha fumato, non ha bevuto, ha mangiato un po’ di tutto in modo regolare - raccontò la figlia in occasione dell’ultimo compleanno -. Ha avuto invece sempre un carattere determinato, combattivo, risoluto, una donna forte, di altri tempi. Ma chissà se ha mai pensato di poter raggiungere un’età così eccezionale. Certo che ben oltre il secolo di vita era completamente autonoma, usciva spesso e si interessava a ogni cosa».
Dopo la morte di Maria Gravigi, la nonnina del Friuli è Alba Bertoni di Remanzacco, che in giugno ha compiuto i 109 anni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto