E’ morto Nilo Pes

PORDENONE. E’ morto Nilo Pes. Lo ha annunciato su Facebook Giovanni Francescutti, vicepresidente vicario della sezione Ana (associazione nazionale alpini) di Pordenone.
Era tra l’altro il “furiere dei ragazzi di Aosta ’41”. Era nato il 9 maggio 1921, quindi tra meno di un mese avrebbe compiuto 95 anni.
Ecco in un’intervista del 2009 di Enri Lisetto il suo ritratto.
Nilo Pes, data di nascita 9 maggio 1921 («celebre non solo perché sono nato io, ma anche perché nel 1936 venne proclamato "festa dell’Impero"»), maestro elementare, bibliotecario, scrittore (20 i libri da lui firmati) e soprattutto alpino nel cuore e di fatto (è presidente dell’associazione combattenti e reduci), è approdato, a 88 anni, nel grande mondo on line. Con dimestichezza.
Pc Samsung, web cam e cuffie nella sua biblioteca di Vigonovo di Fontanafredda che raccoglie anni di studi e ricerche, il test in diretta conferma la sua abilità informatica e priva di remore. Nonostante «l’anagrafe, purtroppo, altro non mi abbia lasciato».
Nilo Pes, un flashback della sua vita.

«La cartolina precetto mi arrivò quando, già diplomato maestro, frequentavo l’ultimo anno di liceo scientifico a Vittorio Veneto. Partii per Aosta nel febbraio 1941: 4 mesi di corso per allievi ufficiali, 2 mesi come sergente a Cuneo e altri 6 a Bassano. Sottotenente in Jugoslavia per 18 mesi consecutivi fino all’8 settembre: la guerriglia fu atroce e ci logorò. Venni internato in Germania, dopo la Liberazione tornai in Italia il 2 agosto: c’era tanto passato da smaltire».
Il primo pc? «Negli anni Ottanta. Prima lavoravo con la "Lettera 22" e mia moglie trovava ogni mattina una montagna di carta. Ora cancello e salvo, senza sprechi».
Come le è nato l’interesse per Internet? «Lavoro da molto tempo con il computer. Mio figlio, Alvise, un giorno mi ha detto: "Papà sei solo in casa, almeno quello...". Mi ha fatto il collegamento e poi ho proseguito da autodidatta». I risultati? «So adoperare il pc: ogni tanto mio figlio mette a posto il "casino" che faccio». Passo successivo: da Internet a Facebook. «Su consiglio di un mio amico: "Mettiti là e guarda il mio profilo", m’ha detto. Così ho fatto e adesso sono sommerso da "amici" on line. Mi sono nominato "Furiere" dei miei compagni di corso». Dove ha ritrovato diversi compagni? «Nel 1991, in occasione del 50° di chiamata alle armi, ho dato appuntamento a tutti gli amici ad Aosta. Facebook ancora non c’era: oggi sarebbe più facile». Un clic e l’invito partirebbe. «Ho trovato ragazzi come te, coi quali scambio pareri, idee e anche qualche polemica per ravvivare il discorso perché è il sale della vita». Che cosa le viene chiesto in Fb? «Amicizia, che è una parola un po’ pesantina... In campo alpino si parla della penna nera. Ho conosciuto nipoti di compagni miei di quella volta. Insomma: diventa un bel passatempo, mi occupa la giornata». Un passatempo, puntualizza. «Il pc è un mezzo grande. Non deve, però, sostituire la realtà dalla quale non possiamo estraniarci. Non ho altri vizi». Quante ore il giorno davanti il pc? «26». Sorride e prosegue: «Tanto tempo. Sono solo. Passo il tempo con le ricerche storiche, guardo gli archivi di Stato, le notizie storiche su Fontanafredda». E anche qualche diletto? «Gli scacchi: sono stato campioncino provinciale. Nei secoli passati...». Fans? «Proprio adesso ho trovato l’amica più fedele, mi ha garantito che non mi abbandonerà più». Indelicato, ma d’obbligo: chi è? «La vecchiaia». Ho letto che vorrebbe cambiare il suo indirizzo mail. «nilopes@tavolino.atregambe.là». Là? «Non ho premura d’arrivarci. Là sta per "chissà dove". Richiama la rievocazione degli spiriti. Poi ho tenuto la mia mail». Ha contatti anche nel mondo? «Da Fontanafredda nel 1880 partì una nave di compaesani che, una volta arrivati in Brasile, fondarono il paese "Fontana Freda". Il 10 gennaio scorso hanno fatto una festa tra loro e Internet mi ha permesso di parteciparvi. Questo è un aspetto positivo della rete globale: ho fatto mandare bandiere italiane dal sindaco e attraverso Internet siamo in contatto. Questa non è una fuga dalla realtà, dagli amici di Fb pretendo sempre di giungere a un dunque». I rapporti umani restano. «Sono presidente provinciale dei combattenti e reduci. Ci stiamo avviando serenamente verso il porto d’arrivo, ma ci facciamo ancora compagnia. Cinque anni fa eravamo 5 mila, oggi 600, in provincia. Nel nostro caso privilegiamo il telefono e gli incontri in sede». Come ci va? «Niente più patente a causa della vista. Ci vado in bicicletta». A Pordenone, a 88 anni? «Sì, perché?». Encomiabile. Sopra il pc... «La webcam! Guarda lì ci sono anche cuffie e microfono. Almeno parlo con mia nipote Sara, a Sacile. Sono nato nel Medioevo, quando non c’erano luce, telefoni, pc... Ora c’è tanta comodità che ritengo tale». Lettera a mano o posta elettronica? «La prima mantiene un contatto umano, la seconda pretende rapidità. Un biglietto d’auguri è ben diverso da un bacione via mail». Il suo orientamento politico, in Fb, è "Libertà!": ne è valsa la pena? «Ho scoperto la libertà che ai miei tempi non c’era. Siamo stati allevati sentendo una sola campana. Non capivo che cosa fosse la democrazia perché non c’era confronto. Ho scoperto la libertà in campo di internamento. Dei miei battaglioni eravamo in 42. Ci chiesero se volevamo aderire alla Rsi: 39 fecero un passo avanti, in tre, tra cui io, no. Pensai: santo cielo, se posso rispondere "no" e scegliere, vuol dire che sono libero e posso godermi la libertà». Libertà e pace. «La libertà non si presta ad equivoci: sei libero o no. La libertà tende alla pace: mai visto un popolo libero attaccare un altro popolo libero. Griderei "w la libertà", più che "w la pace"».
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