E’ morto Savoia In città era il re degli immobiliaristi

Nel ’60 cominciò come dipendente del cavalier Bardelli Aveva aperto sedi anche in diversi centri della provincia
Di Federica Barella

Ha combattuto per quasi cinque anni contro un male che a tratti è sembrato controllabile e battibile. Poi però nuove conseguenze cardiache e polmonari lo hanno costretto ad altri ricoveri. Fino a un primo arresto cardiocircolatorio di domenica pomeriggio e poi a quello fatale di ieri in tarda mattinata, verso le 12. Adriano Savoia, che avrebbe compiuto 70 anni il prossimo 30 luglio, è morto così, senza che i medici dell’ospedale di Pordenone, dove era stato ricoverato negli ultimi giorni per un ciclo di cure intensive contro la sua particolare patologia, potessero più fare nulla.

La notizia a Udine si è diffusa rapidamente. Savoia, noto immobiliarista, titolare assieme ai figli dell’omonima agenzia, era uno dei personaggi più conosciuti non solo del settore economico delle compravendite e delle affittanze in città e in tutto il Friuli (negli anni aveva aperto agenzie anche a Cervignano, Grado, Tolmezzo, e Tricesimo), ma anche dell’intero mondo sociale ed economico locale, grazie al suo impegno costante e appassionato su tantissimi fronti.

La sua carriera e il suo impegno nel mondo del lavoro iniziarono all’ombra di un altro grande dell’economia friulana, il cavalier Antonio Maria Bardelli. Originario di Pozzecco di Bertiolo, un giovanissimo Adriano Savoia, non ancora ventenne, all’inizio degli anni ’60 fu infatti alle dipendenze dell’imprenditore di Torreano, grazie alle sue capacità come mediatore (lavoro tra l’altro che era di suo padre e che era stato anche di suo nonno) proprio nel periodo in cui la famiglia Bardelli acquisì i terreni dove ora sorge il grande centro commerciale “CittàFiera”.

Poi, dopo il matrimonio con Renza Zuliani nel 1965, la decisione di mettersi in proprio per aprire, nel 1966 un negozio di ortofrutta di via Gemona, rifornendo all’ingrosso realtà come le carceri, il policlinico, il seminario arcivescovile, il collegio Wasserman. Responsabile per in periodo anche del gruppo acquisti del supermercato “Lavoratore”, sempre della famiglia Bardelli, prese poi la decisione di tornare alla sua prima passione lavorativa: la mediazione non più solo per la compravendita dei terreni, ma anche per case, appartamente, ville e interi palazzi.

Nasce così, nel 1972, l’agenzia Savoia. Quella della rosa. Un logo voluto dallo stesso Adriano, dopo un’intuizione avuta durante un viaggio di lavoro in Canada. Una rosa, perchè era un fiore che gli piaceva molto. Una rosa anche da usare come slogan. Prima i suoi uffici erano negli spazi più ristretti di via santa Chiara. Poi dal 1985 in quelli molto più ampli di via Parini. Tra il 1966 e il 1978 è stato anche consigliere comunale e capogruppo a Bertiolo per la Dc, nonchè della Zona industriale Ponte Rosso. Quindi membro anche della Banca popolare udinese e poi della società immobiliare della Banca popolare di Vicenza, era anche membro del Lions Lionello Udine, mentre nel 1978 era stato insignito dell’onorificenza di cavaliere al merito della Repubblica italiana e poi nel 2007 quella di ufficiale.

Sul fronte del sociale per oltre 25 anni è stato nel consiglio degli affari economici della parrocchia di Cussignacco, oltre che membro attivo dell’Unci e uno dei rappresentanti storici di Confcommercio provincia di Udine. Lascia i figli Gabriella, Michele e Monica, sette nipoti, oltre alla seconda moglie Svetlana. Adriano lascia anche tre fratelli, tra loro monsignor Dario, membro della Sacra Rota. Il funerale si terrà domani alle 12 nella chiesa di San Martino vescovo di Cussignacco, dove aveva a lungo abitato con la sua famiglia prima di trasferirsi nella zona di largo Pecile.

Sarà seppellito nel cimitero di Cussignacco, a fianco alla moglie Renza deceduta già nel 1992, come aveva sempre raccomandato ai figli e a chi lo conosceva bene. «Mio padre - ha ricordato ieri il figlio Michele - era un professionista innanzitutto molto corretto. Voglio ricordarlo così».

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