È un quadro allarmante: nel mondo 30 conflitti e 18 situazioni di crisi

Dall’Africa all’Asia, dall’America del Sud all’Europa. Un atlante con dossier, carte, grafici per capire il quadro

C’è un libro che analizza la situazione internazionale di tutte le macro-aree continentali per quanto concerne i conflitti in atto. È l’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo (Terra nuova edizioni). Nel mondo, oggi vi sono in corso trenta guerre e diciotto situazioni di crisi. Se guardiamo continente dopo continente ciò che sta accadendo il quadro che viene a crearsi è veramente allarmante.

Africa. Vi sono 12 Paesi in guerra in Africa: Camerun, Ciad, Libia, Mali, Niger, Nigeria, Repubblica Centroafricana, Repubblica del Congo, Sahara occidentale, Somalia, Sudan, Sudan del Sud. Vi sono, poi, sette situazioni di crisi che non fanno sperare niente di buono, in: Algeria, Burkina Faso, Burundi, Costa d’Avorio, Etiopia – Eritrea, Uganda e Zimbabwe.

Asia. In Asia, in cui la situazione è sempre più caotica e gli scontri sempre più sanguinosi i Paesi in guerra sono dieci: Afghanistan, Iraq, Kashmir, Kurdistan, Nagorno Karabakh, Pakistan /Pashtun, Yemen/Arabia Saudita, Cina/Tibet, Filippine e Niemar. Le situazioni di crisi nel continente asiatico sono sei: Cina/Xinjiang, Coree, Hong Kong, India, Iran, Thailandia. Vi è poi una macro area in continua fibrillazione l’Asia centrale ex Urss.

Europa. Se ci aspettiamo un’Europa tranquilla e equilibrata ci sbagliamo di grosso poiché le guerre in corso in tale continente sono ben cinque: Cecenia, Cipro, Georgia, Kosovo, Ucraina. Vi sono poi almeno due situazioni di crisi aperta: Bosnia e Irlanda del Nord e l’Europa ex Urss come macro-area destabilizzata.

Le americhe. Il continente americano è l’unico in cui non vi sono guerre combattute in corso e – sebbene vi siano tre gravi situazioni di crisi aperte: Colombia, Haiti e Venezuela e una macro-area l’intero Centro-america nel caos – nessuno avrebbe immaginato che si tratta della zona del mondo più in pace.

L’Atlante, dopo aver chiarito le emergenze che vi sono a livello mondiale, analizza con l’ausilio di precise carte geopolitiche la situazione dei conflitti continente per continente paese per paese. Inoltre prende in considerazione, mettendo in rilievo le emergenze anche attraverso gli interventi di Amnesty International, le missioni Onu operative che sono quattordici: missione per la Supervisione della Tregua tra Israele, Egitto, Giordania e Siria, missione in India e Pakistan, missione per il Mantenimento della Pace a Cipro, missione per controllare i confini tra Siria e Israele, missione in Libano, missione per il Referendum nel Sahara Occidentale, missione per l’amministrazione temporanea del Kosovo, Operazione Ibrida dell’Unione africana e delle Nazioni Unite in Darfur, missione di Stabilizzazione della Repubblica democratica del Congo, missione per la Sicurezza dell’Area di Abyei, Sudan del Sud, missione delle Nazioni Unite in Sudan del Sud, missione di Stabilizzazione nella Repubblica Centroafricana, missione delle Nazioni Unite per il Supporto alla giustizia in Haiti. Affronta anche importanti problematiche legate alla guerra attraverso numerosi Dossier: guerra e finanza, guerre e violenza, guerre e diritti, vittime di guerra.

Il finale. Chiudono il libro le Infografiche ovvero carte e dati per capire le ragioni che portano gli uomini alla guerra: la Carta degli Arrivi in mare in Italia costruita coi dati del ministero degli Interni – Unhcr, la Carta delle strade (rotte) dei Migranti, costruita con i dati Frontex-Viminale-Unhcr-Cir, l’Atlante dei Cambiamenti Climatici costruita coi dati Cdca, l’Atlante Pena di Morte costruita coi dati Amnesty International, l’Atlante Nucleare Militare costruito coi dati Un-Fas-Icanw-Sipri, l’Atlante di Mine e Cluster Report coi dati Landmine e Cluster monitor report campagna italiana contro le mine. Tutte le carte sono dettagliate e precise nei numeri e nella grafica.

L’obiettivo. Il libro è uno strumento indispensabile sia per avere strumenti sia per capire il mondo attuale sia per prepararsi a quello che verrà, senza l’approssimazione che della nostra epoca, e così riuscire ad affrontarlo con cognizione di causa e consapevolezza.

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