Ecco chi sono gli ultimi due anziani morti nelle case di riposo del Friuli

UDINE. Altre due vite portate vie nelle case di riposo del Friuli: si tratta di Rita Taverna, 82 anni, ospite dell'Asp Chiabà di San Giorgio e di Armando Delli Zotti, 83enne, della residenza per anziani Brunetti di Paluzza.
San Giorgio. Alla casa di riposo Asp “G. Chiabà” di San Giorgio di Nogaro si è registrato ieri il settimo decesso dall’inizio dell’emergenza coronavirus. È infatti deceduta Rita Taverna in Taglialegna, 82 anni di San Giorgio di Nogaro, ospite della struttura che da circa una settimana era ricoverata all’ospedale di Palmanova per le complicanze dovute alle altre gravi patologie di cui soffriva: proprio nella struttura sanitaria le era stato fatto il tampone, che aveva confermato la positività al Covid-19. Lascia il marito, la sorella e i nipoti. Oggi si svolgeranno i funerali, in forma strettamente privata come previsto dal decreto ministeriale per il contenimento del contagio da Covid-19.
Settimane tragiche. Il dramma dei decessi all’Asp Chiabà inizia tra il 21 e 22 marzo, quando si registrano tre morti riconducibili al Covid-19: due erano ospiti che erano stati ospedalizzati per la criticità delle loro condizioni, mentre un’altra anziana muore all’interno della struttura. Tutti e tre erano affetti da pluripatologie: Antonio Tecovich, 81 anni di San Giorgio di Nogaro, Giovanni Bigollo, 82 anni di Fiumicello (entrambi mancati all’ospedale di Udine, dove erano stati ricoverati), e Annamaria Brach, 94 anni di Gorizia, morta in casa di riposo.
Il 29 marzo era deceduta Jole Marin, vedova Ceron, 93 anni di Torviscosa, risultata positiva al tampone effettuatogli una decina di giorni prima. Il sabato prima delle Palme muore Teresa Andreuzza, vedova Tesan, 83 anni, anche lei affetta da pluripatologie. Il giorno dopo muore Rosa Zanutta, vedova Codarin, 89 anni di Carlino: dopo la positività al Covid-19 si trovava da circa una settimana in isolamento, all’interno della struttura.
La situazione. Allo stato attuale gli ospiti in isolamento nell’apposito reparto sono 10, dopo la dismissione di un anziano giudicato guarito proprio ieri. Non desta preoccupazione la situazione dei 10 operatori risultati positivi e che stanno osservando la quarantena nelle loro abitazioni, mentre altri 4 colleghi sono stati dichiarati guariti (in tutto erano risultati positivi al tampone in 17, ma nessuno di loro era stato ospedalizzato) e che nei prossimi giorni potrebbero far ritorno sul posto di lavoro, dando così sollievo ai colleghi che in queste settimane hanno dovuto sostenere anche il carico degli operatori assenti. Resta comunque alta l’attenzione e la sorveglianza del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria, presente nella struttura con i medici Facca e Bigotto, onde evitare che la ripartenza del focolaio.
A Paluzza. Armando Delli Zotti, classe 1936, era nato il 10 ottobre, è anche la prima vittima maschile della casa di riposo Brunetti di Paluzzo dove in totale si contano dodici decessi. Se ne è andato alle prime ore del giorno di mercoledì 15 aprile – erano le 4 – all’ospedale di Udine dove era ricoverato da alcuni giorni. La sua scomparsa segue di qualche tempo il giorno più drammatico per la Brunetti, quando, mentre la comunità si apprestava a festeggiare la Pasqua i decessi furono quattro.
Armando prima di essere ospite, da un anno, all’interno dell’Azienda pubblica di servizi alla persona dell’alto But, viveva da solo dopo la scomparsa della moglie Letizia Puntel avvenuta sei anni addietro in via Pietro Maier 12 a Paluzza. Negli ultimi giorni Armando era uno dei due pazienti che, positivo al coronavirus, versava in situazioni più critiche tanto che si era reso necessario il suo trasferimento all’ospedale a Udine. Da Pasqua, quando aveva potuto parlare telefonicamente con i figli, le sue condizioni si sono ulteriormente aggravate senza lasciargli scampo. Armando lascia due figli, Stefano e Luca, residenti rispettivamente in Francia e a Bergamo. Appartenente all’Ana Pal Piccolo prendeva sempre parte alle adunate alpine e nel tempo libero, quando era ancora a casa, amava dipingere.
Il ricordo. «Una passione – ha ricordato il figlio Luca che ringrazia medici e dipendenti della casa di riposo e dell’ospedale udinese per le attenzione rivolte al padre e a tutti i degenti – che lo ha portato a dipingere diversi quadri, ma soprattutto tutte le pareti della sua abitazione a Paluzza, ora ricolme di affreschi».
Sarà tumulato sabato nella tomba di famiglia nel cimitero di Paluzza con una breve cerimonia. La scomparsa di Armando ha toccato direttamente il paese, che ora registra la seconda vittima risidente a Paluzza, dopo Velia Silverio che è deceduta la scorsa settimana. Il sindaco Massimo Mentil ricorda Armando come una «persona educata, mai una parola sopra le righe, gentile con tutti, che partecipava, quando era ancora a casa, alle adunate alpine, anche in carrozzella».
Il lutto in paese. Un lutto che pesa sulla comunità locale, che il sindaco tiene a incoraggiare a non mollare, e che oltre ai drammi diretti della casa di riposo vede il centro Cesfam ospitare sei dipendenti della casa di riposo risultati positivi al Covid 19, mentre una quindicina di dipendenti non contagiati trovano ospitalità nelle stanze dell’albergo Italia. Mentil ha inoltre voluto aggiornare la situazione in paese dove si è registrato un nuovo caso di contagio, non collegato con le vicende della casa di riposo. Una persona residente ora si ritrova in isolamento, al momento le sue condizioni di salute sono discrete. Le persone, la sua famiglia in particolare, con cui è venuto in contatto recentemente, prima dell’esito positivo al tampone, si trovano invece in quarantena preventiva.
«Speriamo – si è augurato il sindaco – che le condizioni di salute del nostro concittadino abbiano ben presto a migliorare così come auguriamo una rapida ripresa e un pensiero di vicinanza a tutte le persone che si trovano in isolamento presso il Cesfam».Per eventuali emergenze relative al Covid 19 Mentil ricorda di chiamare il numero 335 768 2412, mentre per le famiglie in difficoltà economiche sono attivi i contributi per il sostegno alimentare.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto