Ecco i nomi di chi ha finanziato i candidati in consiglio regionale

I risultati delle analisi dei bilanci delle elezioni 2013: i fondi arrivano da aziende e amici di partito, ma a volte anche da mamma o marito

UDINE. C’è chi per la campagna elettorale si è affidato soltanto a se stesso, chi all’aiuto nel proprio cerchio familiare o in qualche finanziatore di grido o chi ancora ha ottenuto un appoggio da aziende del territorio.

L’analisi dei 538 bilanci elettorali dei candidati alle regionali 2013 completato dal Collegio dei revisori dei conti ha disegnato un panorama variopinto confermando comunque uno dei cliché tradizionali della politica: non sempre chi spende di più arriva al traguardo da primo della classe.

Sostenitori vip. Se Debora Serracchiani ha potuto contare su un tesoretto di quasi 27 mila euro donato da persone a lei vicine – come l’onorevole Ettore Rosato che le ha dato 3 mila euro o Franco Iacop che ha contribuito con mille 500 -, Renzo Tondo ha cercato di ottimizzare, per citare qualche nome, l’apporto dell’ex deputato Vanni Letta (10 mila euro) e di Albino Faccin (3 mila).

I due principali competitors alla poltrona di Governatore, però, sono soltanto i principali candidati ad avere avuto dalla loro parte sostenitori “vip” della nostra Regione. Il capogruppo del Nuovo Centrodestra in consiglio Alessandro Colautti ha potuto utilizzare 3 mila 890 euro di contributi elargiti da amici o sostenitori la cui fetta maggiore è arrivata dall’ex senatore e parlamentare europeo Giovanni Collino capace di staccare un assegno di 2 mila euro.

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Non è stato l’unico perché, passando sulla sponda democratica, l’ex numero due di Furio Honsell a palazzo d’Aronco, Vincenzo Martines, ha trovato nel presidente dell’Udinese calcio Franco Soldati un alleato prezioso e capace di contribuire alla sua campagna elettorale con la stessa somma elargita da Collino a Colautti: 2 mila euro.

Famiglia e aziende. Più di qualcuno ha cercato aiuto tra gli affetti familiari per rimpolpare il budget a disposizione e tentare la scalata al consiglio. È un vero e proprio “core de mamma” il forzista Roberto Novelli visto che dei 26 mila 112 euro ammissibili come spese elettorali, ben 20 mila provengono da un bonifico effettuato da Anita Nadalutti che altri non è che colei che lo ha messo al mondo e ha contribuito in maniera determinante alla sua elezione.

Non ce l’ha fatta, invece, l’ex sindaco di Latisana Micaela Sette che, però, ha potuto contare sul sostanzioso aiuto – quantificato in 12 mila euro – del marito Michele Rossi. Passando invece ai finanziamenti ottenuti da imprese ci sono ad esempio i 9 mila euro garantiti da “La Nuova Panetteria” a Vannia Gava, candidata non eletta della Lega Nord nel collegio pordenonese, mentre l’ex assessore regionale allo sport Elio De Anna ha ottenuto un contributo di 5 mila euro dalla Geo Nova spa.

Differenze. Essere bruciati da un concorrente nonostante una spesa per la campagna elettorale nettamente superiore è una lezione che hanno imparato in tanti. E alle ultime regionali un esempio concreto è dato dall’Udc, al di là della scoppola elettorale.

Nel collegio di Udine l’ex consigliere Alessandro Tesolat ha investito nella propria riconferma 14 mila 806 euro, ma è stato bruciato da Giovanni Barillari capace di diventare l’unico volto dell’Udc a Trieste con una spesa quattro volte inferiore.

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