Ecco i sindaci “volontari”, in trincea per pochi euro

Pierluigi Molinaro, primo cittadino di Forgaria, si divide tra banca e palazzo. «Amo quello che faccio, ma mi arrabbio molto se vengo accomunato alla Casta»

FORGARIA. Dunque, riassumendo: questa sera, alle 18.30, c’è l’incontro per Savè, il giornalino comunale che lui stesso dirige. Domani, alle 18.30, riunione a Tolmezzo sulla Legge regionale 14. Giovedì, alle 18, vertice alla Comunità collinare, a Colloredo di Monte Alabano. Venerdì sera c’è la festa locale dell’Ana. Sabato, come tutti i sabati di tutto l’anno, dalle 8 alle 12.30, sarà in municipio, a disposizione dei cittadini. E finalmente domenica a Bordano, nella Casa delle farfalle per fare il punto con i Comuni limitrofi.

Già, vita da sindaco. Anzi, vita da sindaco di un piccolo paese dove lo scranno di primo cittadino è un incarico full time, un tributo al volontariato, una mission poco considerata e meno ancora retribuita. Pierluigi Molinaro, classe 1968, al suo secondo mandato («d’accordo con il fine corsa dopo due mandati – afferma – ma la stessa regola allora dev’essere applicata a tutti i livelli politici, fino al Parlamento») sventola sorridendo con malcelata ironia il cedolino dell’ultima indenità mensile da sindaco: 1.333 euro lorde per un netto di 803,40 euro. Quisquilie, ma Molinaro non fa una piega.

Lui (ma la stessa scelta l’hanno effettuata anche gli assessori) ha anche rinunciato ai rimborsi spese dell’auto, ai rimborsi spese di rappresentanza, al telefonino e che ha pure detto no al diritto alle 48 ore mensili di permessi retribuiti perché poi la banca, dove lavora, chiederebbe il rimborso al Comune. E lui non vuole pesare. Ah, si è fatto pure nominare responsabile del Servizio area amministrativa del Comune, ruolo che ricopre gratuitamente. Diversamente, invece, l’incarico dovrebbe essere assegnato a una figura apicale alla quale sarebbe poi riconosciuta annualmente un’indennità aggiuntiva fino a 6 mila 500 euro.

Parte in banca ogni giorno prima delle 8 e alle 17.15 è in Comune a fare il sindaco: pratiche, riunione, cittadini, lamentele, proteste. E quasi ogni sera, tra Ato, Ass, Comunità montana, Comunità Collinare, riunioni politiche c’è un impegno. «Ma no je finide achi». Vero!, perché dimenticavamo che un sindaco che si rispetti mica può mancare agli appuntamenti sul territorio, siano essi calcistici, agroalimentari, di volontariato e quant’altro? «Par fortune che no soi maridât», scherza ancora Molinaro. Che subito dopo aggiunge: «Ma lei immagina se io avessi una moglie a casa ad aspettarmi ogni santa sera. Beh, come minimo avrebbe già fatto le valige».

Un eroe, verrebbe da dire. Ma allora la domanda sorge spontanea: ma chi glielo fa fare? Gloria poca, soldi meno, e fatica a bleon come si dice in friulano. Molinaro non si fa prendere in contropiede. Gigioneggia un attimo con alcunio sorrisi sornioni, poi snocciola: «Lo faccio e lo faccio volentieri. Lo faccio perché mi dà soddisfazione anche se costa tanta fatica. Lo faccio perché mi piace. Lo faccio alla stessa stregua di uno – e in ogni paese ce ne sono tanti – che si sobbarca la presidenza della Pro loco, della Banda, della Protezione civile, dei Donatori di sangue.

Lo faccio perché sono convinto che qualcuno nei paesi deve darsi da fare in prima persona. E sono anche sicuro della necessità della politica nei Comuni come possibilità di interfacciarsi coi palazzi che contano, quelli da cui possono dipendere le sorti di una piccola comunità... Sì, mi piace fare il sindaco e non mi lamento mai del troppo lavoro perché è stata una mia scelta, ma quando sento parlare di costi della politica.... E no, c..., non ci sto davvero».

Già, non è piacevole per un sindaco in trincea 24 su 24 per 365 giorni l’anno, che ha spessio a che fare con Procura e Corte dei conti essere accomunato alla casta con la C maiuscola, quella composta da politici che hanno fatto del loro incarico un mestiere e pure ben retribuito e che magari hanno zero responsabilità. A Forgaria un consigliere regionale ha il suo studio professionale. È in maggioranza, ma senza compiti specifici, non ha certo la responsabilità di un sindaco ma guadagna tanto, tantissimo risetto a un signor Molinaro qualsiasi.

«Questo andrebbe sottolineato - insiste Molinaro fattosi improvvisamente grintoso e determinato –, lo ripeto: sono d’accordo a tornare ai due mandati, ma questa regola deve valere per tutti i politici e non soltanto per i sindaci. Il ruolo del sindaco, ma anche degli assessori andrebbe valorizzato meglio. Forse anche rispettato un po’ di più. Non temo di cadere nella retorica se affermo che noi siamo una sorta di sensori del territorio. Nei piccoli paesi più che altrove la gente ha bisogno di un punto di riferimento, anche su cose o argomenti che non competono agli amministratori».

Il prossimo 18 agosto, il sindaco si è inventato una domenica speciale che si chiamerà “A spasso con il sindaco”, una camminta lungo il sentiero Las gratolatas con lui nelle vesti di Cicerone a raccontare a turisti ed escursionisti la storia recente e passata di Forgaria. Ma questo è altro capitolo. «Ne parleremo un’altra volta», promette.

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