Ecco i sogni e i segreti di un pilota astronauta

BUTTRIO. «Quando si lavora in team bisogna lasciare da parte i personalismi, fare un passo indietro e sentire l’opinione di tutti. Solo così la squadra sarà vincente e si possono ottenere grandi risultati».
L’astronauta Maurizio Cheli ha imparato bene questa lezione lavorando alla Nasa, l’ha messa in pratica in orbita nello spazio, e l’ha trasmessa, sotto forma di messaggio, a un centinaio di persone presenti lunedì sera nel corso dell’incontro organizzato a Villa di Toppo Florio a Buttrio per presentare il suo libro «Tutto in un istante». E di team si è parlato anche ieri mattina durante la visita all’azienda Danieli. ù
Accompagnato dal sindaco di Buttrio, Giorgio Sincerotto, dall’ex pilota della Pan Massimo Montanari e dal club 129 delle Frecce Tricolori, Alessandro Visentini, l’astronauta ha potuto prendere contatto con il Centro Ricerche, l’Academy e lo show room.
Quindi ha tenuto, per circa mezz’ora, un colloquio con il presidente Gianpietro Benedetti, in cui c’è stato uno scambio di vedute e opinioni sul modo di fare squadra per il bene dell’azienda. «Ho potuto vedere finalmente con i miei occhi una delle realtà più tecnologiche e all’avanguardia in Italia – questo il commento a caldo di Cheli –».
Pilota, astronauta e ora imprenditore. La vita di Cheli è stata segnata da numerose tappe. «Istanti decisivi – ha detto nel corso della presentazione del libro al pubblico –, momenti particolari e crocevia, tutti collegati tra di loro. Sono stato pilota della mia vita, ho tracciato una traiettoria che mi ha portato ad essere da terrestre ad extraterrestre per alcuni anni».
«Tutto in un istante» racconta il sogno di un bambino di sette anni, divenuto realtà, che un giorno vede sfrecciare sopra la propria testa nel cielo un caccia militare. «Quel suono, quella velocità mi colpirono – ha raccontato Cheli –. Capii che quello sarebbe diventato il mio mestiere».
Nato a Modena il 4 maggio 1959, Cheli nel 1978 entra all’Accademia Aeronautica di Pozzuoli dove consegue la laurea in scienze aeronautiche. Nel 1983 ottiene l’incarico di pilota operativo da ricognizione sul F104G e nel 1988 si classifica primo del corso all’Empire Test Pilot’s School di Boscombe Down, nel Regno Unito, diventando così pilota collaudatore sperimentatore di velivoli ad alte prestazioni.
«C’è chi mi ha chiesto se nella mia vita avessi voluto diventare pilota delle Frecce Tricolori, sapendo che è uno dei traguardi più ambiti. Ebbene no! Mi interessava solamente fare il pilota collaudatore». Ma come nel caso del caccia passato radente sopra la testa, ecco un altro messaggio, un altro flash “istantaneo”, pronto a stravolgere la vita di Cheli.
«Un giorno lessi su un giornale un avviso in cui stavano cercando un’astronauta. Affidai il mio destino alle poste con una raccomandata. A spingermi verso questa scelta la mia indole di puntare sempre più in alto nella vita».
Cheli partecipa così a un concorso europeo insieme con altre sei mila persone. Affronta la prima scrematura, entra tra i top 5 italiani e i top 60 europei, e quindi vince le selezioni. Due mesi dopo si vede catapultato all’interno della Nasa insieme ad altri 160 astronauti. Trascorrono due anni di addestramento. «A quel punto venni inserito in un team che aveva un preciso obiettivo e un proprio velivolo».
A portare Cheli e altri sei astronauti nello spazio, lo Space Shuttle Columbia. È il 1996. Un ricordo che è ancora impresso in alcune immagini, foto e video proiettati lunedì sera al folto pubblico presente a Buttrio: dal filmato della partenza in cui il velivolo da 2.500 tonnellate raggiunge i 28 mila chilometri orari, agli scatti ripresi dallo spazio «dove si vede la terra sorprendentemente blu e il cielo nero, dove ci si rende conto della cappa di smog sopra la Cina e della deforestazione dell’Amazzonia».
«Lo spazio – ha concluso Cheli – è un laboratorio naturale per comprendere meglio come noi viviamo. Marte? Se ne parla tanto, ma vedo ancora difficile raggiungere quel traguardo. Meglio tornare sulla Luna. E continuare a studiarla perché c’è ancora molto da imparare».
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