Ecco il dossier verità sulla Sacile-Gemona

La Regione chiede gratuitamente allo Stato la linea ferroviaria in rosso. Per ripristino e gestione, solo per il primo anno, serviranno tra 4 e 5 milioni

Ha ottantatrè anni - è stata inaugurata, infatti, nel lontano 1930 - e la sua vita si snoda lungo 75 chilometri tra le province di Pordenone e Udine, chilometri di binari che allo Stato sembrano non interessare più e che invece la Regione vuole salvare.

Il dossier sulla linea ferroviaria Sacile-Gemona è stato inviato dalla Regione Friuli Venezia Giulia al Ministero delle Infrastrutture e trasporti il 7 febbraio scorso, «nell’ambito di quel percorso, avviato con la commissione paritetica – ha ricordato l’assessore Riccardo Riccardi -, che punta a ottenere la cessione della ferrovia». Una cessione che costa parecchio, soprattutto dopo l’incidente del 6 luglio 2012, quando deragliò un treno, circostanza che ha portato la conversione del trasporto ferroviario in trasporto su autobus. Tra interventi di ripristino e gestione, solo per il primo anno servono tra i 4 e i 5 milioni di euro.

«La Regione Friuli Venezia Giulia sta facendo una battaglia per salvaguardare la linea Sacile-Gemona – ha commentato Riccardi –, ma la sta facendo percorrendo l’unica via possibile. Mi stupisce leggere che Sonego, che per altro conosce la materia in quanto era assessore regonale prima di me, sostenga che la Regione debba fare causa allo Stato, quando sa benissimo che non lo può fare. L’unica spiegazione che mi do è che siamo in campagna elettorale».

Rfi (Rete ferroviaria italiana), di fronte al pressing fatto dalla Regione per la riattivazione della linea, il 5 novembre scorso ha evidenziato il «forte squilibrio finanziario – si ricorda nel dossier – tra proventi da traffico e costi gestionali/manutentivi , con un disavanzo di circa 300 mila euro l’anno che aumenterebbe in caso di riapertura parziale». Ovvero nel caso del ripristino della tratta Sacile-Maniago richiesta dalla Regione. La riattivazione della linea, stando alle proiezioni realizzate da Rfi, «renderebbe necessaria la realizzazione di interventi straordinari di messa in sicurezza e adeguamento tecnologico della linea stimati in circa 3,1 milioni di euro, attualmente privi di copertura finanziaria – analizza il dossier – a cui si aggiungerebbero i costi di manutenzione ordinaria stimati in 1,5 milioni di euro» l’anno. Il tutto in un quadro economico in cui i ricavi da pedaggio sono stimati in appena 140 mila euro.

La Regione Friuli Venezia Giulia, già lo scorso 19 novembre, ha espresso al Ministero dello sviluppo economico e delle infrastrutture la volontà di mantenere i servizi ferroviari sulla linea Sacile-Gemona «contrattualizzati con Trenitalia e ricompresi nel trasferimento alla Regione di cui al decreto legislativo numero 111 del 2004». Ecco perché le richieste, già avanzate in sede di paritetica, sono quelle di dotare Rete ferroviaria italiana delle risorse necessarie all’adeguamento della linea, quelli per la manutenzione ordinaria oltre agli oneri per le manutenzioni straordinarie (mediamente tra i 500 e i 700 mila euro l’anno) «nonché quelle a copertura del disavanzo annuo di gestione».

Nel caso non fosse possibile, è stato chiesto il «trasferimento delle funzioni esercitate da Rete ferroviaria italiana – prosegue il dossier regionale – sull’intera linea alla Regione Friuli Venezia Giulia con la definizione delle relative contropartite economiche» o «quale ultima ipotisi, la cessione a titolo gratuito dell’intera linea alla Regione» con la conseguente definizione «degli oneri per la realizzazione dei servizi da rivalutare in relazione a quelli derivanti dalla gestione della linea e la conseguente copertura finanziaria».

E, in attesa sia definita la soluzione, la Regione ha domandato i finanziamenti necessari a garantire l’utilizzabilità delle tratte non compromesse dallo smottamento dello scorso anno.

Nel piano regionale del trasporto pubblico locale l’amministrazione Tondo ha confermato la strategicità della linea Sacile-Gemona. Tra gli scenari di sviluppo non solo quello di aumentare l’attrattività del trasporto passeggeri, soprattutto in chiave turistica, ma anche l’ipotesi di trasferire sulla linea il trasporto merci.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto