Ecco il laboratorio del ciclismo pulito

PRADAMANO. Lovaria di Pradamano, cento metri alla nuova rotonda che facilita l’ingresso nella frazione dalla strada regionale. Lo studio di una parrucchiera. Accanto una porticina. Dentro c’è da alcuni mesi un vero e proprio laboratorio per ciclisti.
Lo chiameremo il laboratorio del nuovo ciclismo, quello pulito, che c’è anche in Friuli. Lì, al Ctf Lab dalla fine del 2013 lavora Andrea Fusaz, 28 anni di Martignacco, fresco di laurea specialistica in Scienzs Motorie a Gemona. Lui, ex buon corridore juniores e under 23 del team Friuli di Roberto Bressan, è riuscito a trasformare una passione in un lavoro.
Ora riempie di numeri pc e quaderni, elabora dati per i centinaia di atleti che allena, collauda macchinari all’avanguardia. Come il Retul Moove, un’avvenieristica bicicletta che è la vera protagonista dello studio. Collegata a un pc consente di misurare meglio di una sartoria di Armani il ciclista e consegnargli una bici capace di sfruttare ogni minimo muscolo dell’atleta, capitalizzando ogni goccia di sudore.
Ormai il laboratorio creato a Lovaria da Fusaz, grazie alla collaborazione appunto del Team Friuli, è meta continua di atleti: dai 40 giovanissimi della squadra friulana, agli under 23 che ben figurano anche nelle corse cui partecipano i professionisti, a diversi pro, fino agli amatori.
Già, ciclisti che sognano magari di partecipare a una gran fondo e chiedono al dottore in Scienze motorie una taballa di allenamento ad hoc, misurata magari alle scarne ore di allenamento settimanali che possono mettere a disposizione del loro progetto. Insomma, Fusaz è un imprenditore di se stesso.
E la sua storia parte da Gemona e da tre amici. Non al bar, storpiando un titolo di una canzone di Gino Paoli, ma sui banchi dell’Università. Loro professore, autorevole, il fisiatra di fama internazionale e anima del corso di laurea gemonese, Pietro Enrico Di Prampero.
«Con me c’erano Diego Bragato e Alessandro De Marchi - spiega Fusaz -. Ad unirci la grande passione per il ciclismo, lo sport che praticavamo agonisticamente all’inizio dell’Università. Diego era il più bravo e infatti, dopo la laurea, è entrato nel giro dei preparatori della nazionale di ciclismo (un altro è l’ex pro e dottore a Gemona, Claudio Cucinotta), io ero quello “medio” e ho finito la specialistica a fine ottobre 2013. Poi ho cominciato ad allenare i giovani al Ceresetto, poi il Team Friuli».
Il terzo ha dovuto (per ora) mettere il sogno della laurea nel cassetto perchè dei tre è quello che andava più forte in bici. Si chiama Alessandro De Marchi, professionista del Team Cannondale, che sta correndo il suo secondo Tour de France ed è nel giro della Nazionale di ciclismo.
«Grazie al Team Friuli - spiega Fusaz - ho aperto questo centro. Ho trasformato la mia passione in un lavoro». Cos’è per lui la bicicletta? «Semplicemente un virus - spiega - che ti contagia. Ora per me la bici è un lavoro. Passo ore a studiare tabelle, realizzare programmi di allenamenti, studiare la biomeccanica per fare andare più forte i miei atleti».
Fusaz è il preparatore atletico del team. I suoi ragazzi completano l’allenamento quotidiano e scaricano dal loro ciclocomputer i dati, poi li inviano via mail al tecnico. Che elabora, immagazzina, consiglia. «Studiare la posizione in bicicletta degli atleti è essenziale per i loro risultati», dice, mentre nel centro entra Manuel. Fa il capostazione, è un discreto cicloturista.
Chiede consigli per migliorare. Fusaz lo squadra e comincia ad elaborare dati. E il doping? Fusaz è nato nel 1986. Quando il gruppo dei pro (e non solo) era una farmacia ambulante cominciava a fare le prime gare in biciletta. «Il doping sta fuori da quella porta - dice sicuro indicando l’uscio - e dalla filosofia del Team Friuli. Noi siamo contro persino all’utilizzo smodato di integratori.
Tutta roba legale che però impera nelle categorie giovanili». Poi l’affondo del tecnico. «Insegno ai miei atleti che il no al doping deve venire da dentro, dall’anima di un atleta». Per ora Andrea allena dei ragazzi di belle speranze. La strada dirà se saranno i campioni del futuro.
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