Ecco il piano austriaco per la cartiera Romanello

Campoformido: è stato presentato ieri in Regione, ma bisognerà aspettare il dopo-elezioni per conoscere il parere dei tecnici che deciderà il futuro dello stabilimento verde di Basaldella

CAMPOFORMIDO. Martedì 16 aprile doveva essere una data importante per il destino della Cartiera Verde Romanello, ma l’assemblea dei creditori, da cui ci si aspettava una risposta alla lunghissima crisi dello stabilimento, è stata rinviata di due mesi.

A fronte del contrattempo, una buona nuova: la cordata austriaca ha consegnato al presidente della Regione Renzo Tondo un piano industriale per il riavvio della produzione. Ma i tempi tecnici per un ok da parte della giunta uscente non ci sono: incombono le elezioni e tutto è rinviato. Pare che una divergenza di vedute circa la stima degli immobili nel complesso di Basaldella sia stata la causa per cui l’incontro è stato posticipato: i commissari ritengono inadeguato (al ribasso) il valore proposto, per cui si attendono altre verifiche. Il nuovo appuntamento fra i chirografi è spostato al 18 giugno.

Intanto è trapelato che al palazzo della Regione si è svolto un importante incontro con i responsabili della società austriaca che da alcuni mesi mostra interesse a subentrare per avviare l’attività: è stato presentato un piano industriale che ora è all’attenzione dei tecnici e degli amministratori regionali, nonché di Mediocredito e Friulia per l’atteso co-intervento di salvataggio.

I rappresentanti sindacali Paolo Morocutti (Slc Cgil) e Stefano Di Fiore (Fistel Cisl) informano che per le 19.30 di martedì 30 aprile è stata convocata nello stabilimento l’assemblea dei 145 dipendenti per fare il punto della situazione. Sarà il momento per fare anche il bilancio dei tanti mesi di presidio, nel corso dei quali la fabbrica è stata sorvegliata a turno dai cassintegrati. «La speranza - auspica Morocutti – è riposta in un riscontro positivo del piano industriale da parte degli organismi regionali, parere che potrà dare il via alla presentazione del piano ai commissari e al giudice competente per il concordato».

Nessuna indiscrezione sul contenuto del documento: quali produzioni si progetti di ripristinare o di avviare come nuove, quante macchine saranno necessarie (al momento ne sono presenti due, di cui una obsoleta) e con quanta della manodopera ora in stand-by grazie agli ammortizzatori. Non è dato conoscere neppure le risorse messe a disposizione dalla ditta austriaca, che si sa avere alle spalle un big italiano della produzione cartiera, né quanto la Regione sia disposta ad aggiungere. L’imminente consultazione elettorale rende il tutto ancora più aleatorio e, se non altro, costituisce un ulteriore motivo di ritardo per la soluzione della crisi della cartiera di Basaldella.

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