Ecco le oasi per gatti e le regole per la cura di animali domestici

UDINE. La misura della gabbia o del recinto, che per un maialino nano vietnamita dev’essere di almeno 4 metri quadrati. L’illuminazione che per gli uccelli deve durare da un minimo di otto ore a un massimo di 12, luce che per rettili e anfibi dev’essere garantita anche attraverso lampade a spettro solare.
La dimensione di un terrario per un’iguana dai tubercoli o verde dev’essere lunga una volta e mezza rispetto alla misura dell’animale, testa e coda incluse, e alta altrettanto. Il modo per aver cura dei propri animali domestici è preciso e soprattutto scritto nero su bianco nel primo regolamento approvato dalla giunta regionale per il benessere e la tutela degli animali da affezione. Di tutti.
Dai pesci d’acquario alle tartarughe, dai serpenti ai pappagalli, dai maialini nani vietnamiti alle caprette tibetane, fino a cani e gatti. La legge è del 2012, ma c’era il vuoto delle prassi da seguire, vuoto colmato ieri.
Il regolamento definisce anche le caratteristiche e le infrastrutture minime di un’oasi felina, le responsabilità e i doveri di chi gestisce quello spazio e, ancora, i requisiti di un educatore cinofilo. Il meccanismo ha l’obiettivo di prevenire il randagismo e controlli, con eventuali sanzioni, sono affidati ai Comuni e alla polizia municipale.
«È uno strumento importante – ha detto ieri l’assessore alla Salute Maria Sandra Telesca –, perché ha valenza non soltanto di carattere veterinario, ma anche sociale. In regione è molto diffusa anche la detenzione di quelli che sono definiti i nuovi animali da compagnia, come per esempio piccoli mammiferi, rettili e uccelli». Il Fvg è al quinto posto in Italia per cani nelle case, con 132 esemplari ogni mille abitanti. Ma è anche molto radicato l’allevamento di uccelli da gabbia, da voliera e ornamentali e anche di loro si occupa il regolamento.
Per risolvere invece il problema dei randagismo felino, diffuso nei centri abitati, sarà possibile creare le oasi, cioè degli spazi identificati dal Comune, d’intesa con il servizio veterinario dell’Azienda per l’assistenza sanitaria, nei quali i gatti saranno controllati, curati, protetti e sottoposti preventivamente a controllo veterinario. Le oasi dovranno sorgere lontano dai centri cittadini e abitati, dovranno avere una superficie calpestabile minima di 10 metri quadrati a gatto, con vegetazione che crei zone d’ombra, ma anche con tettoie, casette in legno e luoghi coperti per proteggere i gatti dagli eventi atmosferici. Le oasi feline potranno essere aperte – con una recinzione che non impedisca l’uscita dei felini – o chiusa, caratterizzata invece da un recinto anti-scavalco alto almeno 2 metri e cinquanta fuori terra.
Ai cani tenuti nelle abitazioni, invece, il padrone deve garantire almeno due uscite giornaliere, mentre per chi ha cortili e giardini gli animali non possono essere tenuti a catena fissa. Cani e gatti, inoltre, non possono essere lasciati su terrazze e balconi senza poter entrare in casa. Ai rapaci, invece, può essere messo un cappuccio, ma solo per ridurre lo stress e migliorare il benessere dell’animale.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto