Eletti in Regione Fvg e sindaci, ecco gli stipendi tra bonus e rimborsi

I consiglieri regionali incassano oltre 8 mila euro al mese netti. Tre volte tanto rispetto ai primi cittadini e senza alcun rischio

UDINE. I sindaci rivendicano indennità più sostanziose. L’azzardo del primo cittadino di Gemona, Paolo Urbani, si sta facendo strada nel cuore di tanti colleghi che ora vorrebbero vederlo appuntato sull’agenda politica della prossima amministrazione regionale.

Convinti che il divario tra lo stipendio di un sindaco e quello di un consigliere regionale sia eccessivo. Quanto? Basta mettere a paragone le due buste paga.

Un esercizio compiuto confrontando quella del “denunciante” Urbani e quella di Elena Bianchi, capogruppo del Movimento 5 Stelle, che al pari degli altri esponenti pentastellati la rende pubblica ogni mese, insieme ai tagli che il M5s si è imposto.

LO STIPENDIO DEL CONSIGLIERE REGIONALE



Trova le differenze


L’esercizio non richiede troppa fatica. Messe le buste l’una di fianco all’altra, l’abisso è di tutta evidenza. Bianchi matura mensilmente competenze per 10 mila 845 euro lordi, che al netto delle ritenute – 2 mila 811 euro – diventano 8 mila e 34 euro netti.

Ai 6 mila 300 euro d’indennità di presenza, nel caso di Bianchi si aggiungono mille 512 euro d’indennità di funzione, essendo lei (formalmente) la capogruppo dei pentastellati. A Bianchi sono dovuti poi i rimborsi per le spese di viaggio.

LA PAGA DEL SINDACO

Ricchi forfait da 3.500 euro – come nel suo caso – per i consiglieri che risiedono a Udine e Pordenone, da 2.500 per quelli di Gorizia e Trieste. Passando dalla busta della consigliera a quella del sindaco il salto è vistoso. Per non dire vertiginoso.

Urbani governa un Comune medio-grande per il Friuli Venezia Giulia. Gli 11 mila abitanti di Gemona lo fanno rientrare nel quinto scaglione per indennità di funzione: 2 mila 893 euro che, essendo lui – di professione funzionario di banca – in aspettativa, diventano 3 mila 906 euro, per effetto del 35% di maggiorazione riconosciuta ai liberi professionisti e ai lavoratori dipendenti in aspettativa.

La sua busta paga lì inizia e lì finisce. Sottratti i mille 177 euro di imposta fiscale ordinaria il risultato a piè di pagina è di 2 mila 625 euro.

I conti: tre a uno

Naturalmente a favore di Bianchi. E pensare che quella di Urbani è lungi dall’essere una busta povera se messa a paragone dei tanti colleghi di Comuni con popolazione inferiore. Come detto infatti il primo cittadino di Gemona si piazza al 5º scaglione.

Prende meno dei sindaci di Comuni con popolazione oltre i 20 mila abitanti (cui spettano 3 mila 677 euro d’indennità base) e dei capoluoghi di provincia (5 mila 62 euro), ma più di tutti gli amministratori di enti con meno di 10 mila abitanti.

Sindaci che si accontentano mensilmente di 893 euro (Comuni con popolazione fino a 1.000 abitanti), di mille 333 euro (da 1.001 a 3.000), di mille 691 euro (da 3.001 a 5.000) e di mille 945 euro (da 5.001 a 10.000). Sia chiaro: lordi.

Maggiorabili del 35% per i sindaci in aspettativa. Eventualità che nel caso dei capoluoghi porta i primi cittadini a prendere la stessa indennità di funzione dei consiglieri regionali: 6.300 euro. Peccato che per i sindaci questo sia il massimo, per i consiglieri regionali la base di partenza cui aggiungere rimborsi e bonus.

Oneri e onori

Ce ne sono per entrambi. Per i sindaci come per i consiglieri, ma in misure oggettivamente diverse. Ma gli eletti in Regione spesso si limitano all’alzata di mano.

È innegabile che chi si accomoda per qualche giorno al mese in commissione o in Consiglio regionale incorre in minori rischi di chi invece, ogni giorno, si siede dietro alla scrivania dell’ufficio del sindaco.

Il sindaco, peggio se del Comune piccolo, deve gestire una burocrazia soverchiante, sostituirsi a funzionari che non ci sono, uscire in strada per spalare la neve, fare quel che serve alla comunità con il poco che c’è in cassa, aprendo – se necessario – il proprio portafoglio.

Niente sabati e domeniche. Il tutto per uno stipendio – si badi, per 12 mensilità – che sotto i mille abitanti vale appena 893 euro: 400, 500 euro netti (dipende dall’aliquota Irpef) che tolte le spese finisce sotto zero. Naturale, allora, chiedersi: perché?

Questione di mission

Ognuno ha la propria. I sindaci tengono duro per le loro comunità e, spesso con fantasia e buona volontà, trovano soluzioni al di là delle miserie del portafoglio. Personale e pubblico, perché a “piangere” sono pure le casse degli enti locali.

La sfida dei consiglieri è invece quella di innovare il sistema legislativo, di portare una ventata di novità nella selva di norme di competenza della Regione. Tornando a Bianchi – e ai cinquestelle – anche d’iniziare a scardinare qualche cattiva abitudine.

Stipendio compreso. Non è un caso che i 5 consiglieri pentastellati se lo riducano volontariamente dall’inizio del mandato. Risultato: fin qui hanno reso oltre 1 milione, destinato al fondo di sviluppo per le Pmi della regione.

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