Elettrodotto: «Ecco perché la soluzione aerea è meno impattante dell’interrato»

UDINE. tanto è l’unica possibile in Friuli Venezia Giulia per una questione tecnica e di sicurezza. La soluzione aerea, secondo Terna, è anche la meno impattante dal punto di vista ambientale e paesaggistico. «Anche ipotizzando, per assurdo, che la rete attuale del Fvg fosse molto magliata e consentisse perciò di realizzare in sicurezza un nuovo collegamento con un cavo interrato - si legge infatti in una nota della società che gestisce la rete elettrica in Italia -, l’impatto sul territorio sarebbe molto più elevato rispetto alla linea aerea».
E il motivo è semplice: cavo e linea aerea hanno una differente capacità di trasporto: per trasmettere una potenza comparabile a quella di una doppia terna a 380 kV in aereo, servirebbe quindi collocare almeno 4 terne in cavo interrato (12 conduttori), con il conseguente “asservimento” di una fascia di circa 20 metri. Il cavo insomma sottrarrebbe a ogni uso 80 ettari di terreno invece dell’ettaro scarso che sarà sottratto dalla linea aerea.
«Asservimento - chiarisce l’azienda - significa che al di sopra delle linee in cavo è interdetta in modo assoluto l’edificabilità, qualsiasi coltivazione (le radici potrebbero danneggiare i cavi), ogni pratica edilizia o agricola che potrebbe mettere in pericolo il funzionamento dell’impianto così come tutte le attività che prevedano arature profonde, sbancamenti, sistemi d’irrigazione sotterranei e canalizzazioni».
Una specie di autostrada di ghiaia insomma. Anche se i sindaci e i comitati si chiedono come mai qui in Friuli si parli di autostrada di ghiaia e in Piemonte (dove sarà realizzato un elettrodotto interrato) di soluzione a basso impatto paesaggistico.
Tra i motivi della scelta aerea c’è poi anche quello economico visto che interrate una linea da 380 kV costerebbe mediamente tra le 12 e le 17 volte in più. Da 35 milioni si passerebbe a quasi 500.
«E non è corretto affermare, come fanno alcuni - precisano dall’azienda -, che Terna non voglia interrare le linee ad altissima tensione perché “a Terna costerebbe di più”: gli oneri degli investimenti di Terna vanno sulle bollette dei cittadini e delle imprese, quindi Terna giustamente pone grande attenzione al tema dei costi, perché i costi pesano sulla collettività. Da un punto di vista squisitamente finanziario, a Terna “converrebbe” interrare, perché è remunerata in percentuale sugli investimenti».
Sul sito dell’azienda si trovano poi indicazioni sui campi elettromagnetici generati dai tralicci e si precisa che mentre l’Unione Europea ha invitato gli stati membri ad adottare limiti (100 µT per i campi magnetici) ispirati al principio di precauzione e 50 volte più bassi rispetto alla soglia entro la quale non si evidenziano effetti biologici, la normativa italiana nel settore della protezione del pubblico dai campi elettromagnetici (Cem) è tra le più restrittive al mondo. I limiti relativi al campo magnetico imposti in Italia per gli elettrodotti esistenti sono 10 volte più bassi rispetto a quelli previsti dalla Ue.
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