Elettrodotto, i sindaci al Tar: «Bloccate l’iter dei lavori»
UDINE. Terna accelera ed entro l’autunno conta di far partire i lavori per la costruzione del nuovo elettrodotto Redipuglia - Udine ovest. I sindaci però non ci stanno e hanno già pronta una richiesta di sospensiva da inviare al Tar del Lazio dove sono ancora pendenti ben due ricorsi contro i 40 chilometri di tralicci voluti in Fvg dalla società proprietaria della rete che ha il compito di garantire la trasmissione di energia in tutto il territorio nazionale. Il progetto definitivo è già stato approvato dal Ministero dello sviluppo economico a marzo di quest’anno, ma i primi cittadini di Mortegliano, San Vito al Torre, Trivignano udinese, Lestizza, Palmanova, Basiliano e Pavia di Udine hanno impugnato il via libera al Tar del Lazio dove avevano già presentato un ricorso contro il decreto di valutazione ambientale emesso dal Ministero dell’ambiente nel luglio del 2011.
«I motivi dei ricorsi sono tanti - spiega l’avvocato Matteo Ceruti del foro di Rovigo, esperto di diritto amministrativo dell’ambiente e dei beni culturali e ambientali - sia sotto il profilo formale che sostanziale». Il primo elemento che non ha convinto il legale è il fatto che la Regione Fvg abbia espresso un assenso al progetto nel dicembre 2007. «All’epoca - sostiene il legale - non c’era nemmeno un progetto di massima dell’opera tanto che lo stesso segretario regionale espresse un parere critico che peraltro fu ignorato». Manca poi, a detta dei sindaci, l’accordo sulle misure “compensative” a favore dei Comuni. «Sono previste per legge. - spiega Ceruti - L’assenso della Regione è subordinato a un accordo tra la stessa Regione e Terna per le misure compensative a favore dei Comuni interessati dall’opera. Ma ancora oggi queste misure non sono state definite».
Nel mirino del ricorso c’è poi il parere sulla compatibilità dell’opera chiesto dal Ministero alla Regione nel 2010. «A giugno di quell’anno - sottolinea Ceruti - la Regione risponde al Ministero dicendo che non è in grado di esprimere un parere per delle carenze progettuali visto che, per esempio, manca l’analisi di una possibile alternativa come quella dell’interramento. Nonostante ciò, il Ministero dell’ambiente manda avanti il progetto e la cosa incredibile è che due anni dopo anche la Regione, senza che nulla sia cambiato per quanto concerne il progetto, sottoscrive l’intesa con Terna per realizzare l’opera».
Oltre alle presunte illegittimità dal punto di vista formale, nel ricorso vi sono anche critiche sostanziali all’opera, prima fra tutte quella di non aver preso in considerazione in modo adeguato le possibili alternative tra le quali anche quella dell’interramento auspicato dai sindaci per «ridurre al minimo l’impatto ambientale e paesaggistico».
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