Elettrodotto, le valli ora chiedono garanzie

Il sindaco di Grimacco interpellerà i tecnici della Regione per avere notzie. Stregna è tranquilla, per Pulfero la linea Okrolgo-Udine è una sparata elettorale
Udine 6 Febbraio 2010. Tralicci Udine Sud. Telefoto copyright/Foto Agency Anteprima
Udine 6 Febbraio 2010. Tralicci Udine Sud. Telefoto copyright/Foto Agency Anteprima

SAN PIETRO AL NATISONE. Le amministrazioni delle Valli del Natisone cadono dalle nuvole e sottoscrivono, conseguentemente, la dichiarazione rilasciata nei giorni scorsi dal sindaco di Cividale Stefano Balloch: «Ma da dove salta fuori la notizia? Chi l’ha messa in circolazione, e sulla base di quali elementi?». Che il progetto dell’elettrodotto transfrontaliero Udine ovest-Okrolgo sia stato rispolverato (dalle autorità slovene? Da quelle italiane? Da entrambe?) e che, peggio ancora, qualcuno stia tramando nell’ombra per fare il “colpo di mano” è eventualità che i primi cittadini dei Comuni valligiani si sentono di escludere.

Il coro è unanime, di dubbi proprio non parrebbero essercene. Resta comunque il fatto – «il senso di responsabilità lo impone» – «che se anche le voci diffusesi fossero, come immaginiamo, del tutto prive di fondamento corre l’obbligo di approfondire la vicenda, di venirne a capo». Parole del primo cittadino di Grimacco, Eliana Fabello, che promette di contattare tempestivamente i competenti uffici regionali per vederci chiaro.

«Del resto – ribadisce – a nessuno di noi amministratori risultano evoluzioni nel caso. Seguiamo l’argomento con attenzione da anni e ne abbiamo parlato anche nell’ultima riunione dei sindaci del territorio, ma non sono emerse novità: mi pare peraltro evidente che se fossimo venuti a conoscenza di alcunché ci saremmo immediatamente e compattamente mobilitati, stante la totale e ferma contrarietà delle municipalità del comprensorio al disegno».

Condivide il sindaco di Stregna, Mauro Veneto: «Mi sento piuttosto tranquillo – dice – perché anche in un vertice a Caporetto, fra amministratori della fascia confinaria, avevamo affrontato il tema e ne era emerso che il piano è fermo. Certo, è indubbio che la guardia vada mantenuta alta, ma mi pare che in questo momento si stia ricamando sul niente». D’accordo i primi cittadini di Drenchia, Mario Zufferli, e San Leonardo, Giuseppe Sibau: «Le ultime informazioni al riguardo – ricostruisce quest’ultimo – le ricevemmo esattamente un anno fa, in occasione di un incontro fra sindaci dell’area di confine: in quell’occasione pure gli amministratori della valle dell’Isonzo si erano proclamati contrari all’elettrodotto, dicendosi determinati a far pressione sul governo di Lubiana per stoppare il programma».

Dalla vallata opposta, quella di San Pietro e Pulfero (che non sarebbe toccata dal tracciato), commenti di analogo tenore: «Non ne sappiamo niente», assicura Tiziano Manzini, primo cittadino del capoluogo valligiano, mentre Piergiorgio Domenis (Pulfero) ipotizza: «Non è che, banalmente, ci troviamo di fronte ad una sparata elettorale? A mio avviso gli allarmismi, in questo caso, sono ingiustificati».

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