Elettrodotto: Terna continua a lavorare, «ma solo per la sicurezza»

Anche dopo la sentenza del Consiglio di Stato operai sugli enormi tralicci. Il sindaco di Mortegliano: l’attività per una settimana intera, come mai?

MORTEGLIANO. Solo messa in sicurezza dei cantieri o prosecuzione dei lavori per la costruzione dell’elettrodotto Redipuglia-Udine? Sono in tanti a chiederselo, osservando «operai “a manetta” sui piloni a Pozzuolo. Ma non dovevano interrompere i lavori?», come si legge su un post di Facebook da Sclaunicco di Lestizza.

La domanda è anche dei sette sindaci “resistenti” che, forti della sentenza del Consiglio di Stato che congela l’iter, l’hanno formalizzata alla Procura della Repubblica per far luce sull’operatività accertata di alcuni punti del cantiere e chiedendo a Terna un piano preciso degli interventi.

Non cessa intanto la protesta il Comitato per la vita del Friuli rurale che ieri mattina, assieme a componenti di Mortegliano in Movimento (M5S), ha innalzato uno striscione di fronte al sostegno monostelo fra il Bravimarket e l’area industriale di Mortegliano, sulla strada regionale 353.

Sia la scritta cubitale “Giù le mani dalla terra” tra i meleti biologici Hunterholzner, sia gli operai abbarbicati sui tralicci del pilone, hanno attratto l’attenzione di numerosi passanti, alcuni dei quali si fermavano a fotografare, fra l’altro, alcuni lavoratori sospesi a 50 metri d’altezza ma privi di casco.

«E poi Terna dichiara di servirsi di ditte dalla professionalità ineccepibile ed elevati standard di sicurezza - osserva perplesso un componente del Comitato, fissando l’ultimo angolo dello striscione -, abbiamo più volte segnalato questa irregolarità alle autorità competenti».

Siamo qui al confine fra due Comuni su posizioni differenziate: Mortegliano fra i ricorrenti, Pozzuolo tra quanti hanno sottoscritto l’accordo con Terna e ricevuto la relativa compensazione.

Sentiamo il sindaco “resistente”, Alberto Comand: «Attraverso il sopralluogo dei nostri vigili sul tracciato, come deciso assieme ai sei colleghi e al legale che ci assiste, avvocato Cerruti, e anche su segnalazione dei residenti, è stato riscontrato come operativo il cantiere fra Lavariano e Risano.

Per qualche giorno, dopo la sentenza, è ammissibile che si sia operato per la messa in sicurezza – dice il primo cittadino morteglianese –, ma osservando l’attività continuata un’intera settimana per sette, otto ore al giorno ci si chiede quanto in sicurezza siano stati i cantieri, da richiedere così tanto tempo per la loro chiusura!».

Pure a Pozzuolo il comandante dei vigili Gabriele Zanin ha disposto un sopralluogo sul percorso dell’elettrodotto; al pilone sulla strada regionale 353 è stato chiuso un accesso carraio non autorizzato.

Si attende quindi di uscire dal limbo dei dubbi, chiarendo al più presto le varie competenze. C’è chi ritiene che qualunque lavoro sulla linea in costruzione, decaduta ogni autorizzazione con la sentenza del Consiglio di Stato, sia da considerare una violazione.

I sindaci del “no” ritengono che si debbano richiedere volta per volta nuove autorizzazioni, ai Comuni e ai privati e in ogni caso, in quanto depositari del rispetto delle norme edilizie, richiedono che gli uffici tecnici siano informati esattamente sugli interventi in atto. Qualche privato celia che, «essendo abusivo, il pilone è mio e lo rivenderò al migliore offerente».

Terna Spa già ieri ha respinto ogni illazione sulla prosecuzione dei lavori, ribadendo attraverso un portavoce quanto già affermato: «Le imprese stanno lavorando per la messa insicurezza dei cantieri, come impone la legge, al fine di garantire l’incolumità per tutti».

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