Elezioni 2018, ecco i "non-candidati" che rinunciano al Palazzo: «Ma non lasciamo la politica»

Candidata al Senato Bianchi (M5s) non potrà correre e torna a lavorare alla Lima Riccardi assente potrebbe rientrare in giunta. Addio storico del filosofo Travanut

UDINE. C’è chi ha raggiunto il limite massimo dei tre mandati. Chi non ci riprova per scelta. Chi punta al Parlamento e ci lavora già da adesso per non farsi trovare impreparato quando arriverà l’ora. Chi tornerà al lavoro (in fabbrica, a scuola, in ufficio) o avrà l’opportunità di godersi la pensione o gli hobby a lungo accantonati. Sono 16 (su 49) gli attuali consiglieri regionali di tutti gli schieramenti che non faranno parte della prossima assemblea, che i cittadini eleggeranno domenica 29 aprile. Solo il presidente del Consiglio Franco Iacop e l’ex assessore Enzo Marsilio sono inseriti nelle liste del Pd in quanto, nonostante abbiano fatto già 15 anni al palazzo di piazza Oberdan, quando ebbero incarichi in giunta, si dimisero da consiglieri.

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Tra i decani c’è Mauro Travanut, voce storica della Sinistra nella Bassa friulana. Eletto per la prima volta, nel 2003, allora fu il più votato in assoluto. «La politica non finisce perchè si conclude il mandato - dice -. È una passione antica, resterà anche in futuro. Porterò la mia esperienza personale, idee e tensioni ideali dove avrò modo di esprimerle. Sono uno degli artefici della lista Open Sinistra, farò campagna elettorale per portare al successo i candidati che esprimiamo, per ottenere più voti possibili. Ricordo con piacere il mio primo mandato, quello della presidenza Illy, furono anni tesi e impegnativi. Il secondo quinquennio fu di battaglia, di opposizione, ma comunque fervido di risultati. Questi ultimi anni, invece, sono stati una tristezza, per tutta una serie di motivi. Non ho avuto la forza di ribaltare il tavolo, all’interno del partito».

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Anche per Claudio Violino, esponente di spicco della Lega, è scattata la tagliola dei tre mandati. Preferisce evitare di fare il bilancio della sua esperienza da rappresentante del popolo, racconta che tornerà in cattedra, a insegnare a scuola, all’Agraria di Cividale e ammette che la politica resta un punto fermo. «Continuerò a farla - spiega - in qualche modo, anche se non sarò in trincea. Ma discutere, dibattere, portare idee, va al di là del ruolo che uno ricopre per un determinato periodo di tempo».

Un’assenza che si noterà sarà quella di Elena Bianchi, per anni capogruppo del Movimento Cinque Stelle e unica degli uscenti che non si ricandida. «Ho fatto la corsa per il Senato - afferma - e viste le nostre regole interne non tento il bis in Regione. Resterò impegnata come attivista semplice del Movimento, il mio sogno è quello di portare, un giorno, in Parlamento l’esperienza che ho fatto in Friuli Venezia Giulia. Intanto riprenderò il mio posto, con curiosità e voglia di fare, alla Lima Corporate di San Daniele, l’azienda dove lavoro».

Nell’area di centrodestra tra chi, per un motivo o per un altro, non ci riprova troviamo Roberto Novelli, fresco parlamentare, e Luca Ciriani, approdato al Senato con una valanga di voti. Ma ci sono anche il medico pordenonese Elio De Anna, per un giorno “papabile” presidente della coalizione, il forzista triestino Bruno Marini e Roberto Revelant che proverà a farsi eleggere sindaco di Gemona e quindi a indossare la fascia tricolare lasciata libera da Paolo Urbani, che invece è in lizza per la Regione. Nessun posto in lista per l’udinese Riccardo Riccardi, esponente però di primissimo piano della coalizione, che potrebbe essere chiamato, in caso di vittoria di Massimiliano Fedriga, a incarichi amministrativi.

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Addio al Palazzo anche per un altro medico, Giovanni Barillari, che proverà a farsi eleggere in Comune a Udine con Forza Italia. Esperienza politica al capolinea per il centrista pordenonese Gino Gregoris (Cittadini) e per il gruppetto dei dem Armando Zecchinon, Franco Codega e Daniele Gerolin, oltre al già citato Mauro Travanut che comunque ha abbandonato il partito oggi retto da Maurizio Martina e si è schierato con Open Sinistra Fvg. Infine non sarà della partita regionale Vincenzo Martines, che è il candidato sindaco del centrosinistra per il Comune di Udine. Martines, testa pensante e mai “allineato” del Pd, tenterà quella che sulla carta, visti anche i risultati delle ultime elezioni politiche del 4 marzo, è un’impresa difficile. Cioè mantenere nel campo “rosso” la città di Udine, che da quando esiste l’elezione diretta del primo cittadino, non ha mai scelto un rappresentante di centrodestra. Aria nuova, da maggio in poi, pure per Stefano Pustetto, esponente di quella che fu Sel.

Gli altri invece ci riprovano. Chi con la quasi certezza della riconferma (pochi), chi con la speranza di poter ancora lavorare al servizio della comunità. Non mancheranno ovviamente le sorprese e molte new entry. Perchè dal 29 aprile in Friuli si aprirà una nuova pagina. Tutta da scrivere.

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