Comunali a Pordenone, il centrodestra va compatto su Alessandro Basso: «Come sappiamo tutti, uniti si vince»

Lega e Forza Italia: «Bene, ora si proceda tenendo conto della dignità di tutte le forze politiche»

Martina Milia
Basso con Ciriani e Drigo alla presentazione della lista PnCambia
Basso con Ciriani e Drigo alla presentazione della lista PnCambia

Il rinvio della presentazione ufficiale di Alessandro Basso – fissata per venerdì sera, 17 gennaio, in fiera –, a candidato sindaco di Pordenone, era a conoscenza di pochi, fino a mezzogiorno di mercoledì 15. Al punto che, quando nel primo pomeriggio nella chat di partito del candidato sindaco è girato il messaggio che annunciava lo spostamento, c’è stato anche chi ha temuto il peggio: una rottura interna al centrodestra. Nella realtà era la premessa dell’esatto contrario: Alessandro Basso è stato indicato ufficialmente, a Roma, come il candidato sindaco di tutto il centrodestra. E come tale si presenterà assieme a tutti gli alleati.

«Carissimi, per ragioni che nelle prossime ore vi farò pervenire con una nota ufficiale – il testo del messaggio –, vi avviso che l’incontro di presentazione del candidato sindaco Alessandro Basso prevista per venerdì 17 p.v. è rinviata a altra data. Seguono informazioni più specifiche».

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Il via libera alla candidatura di Basso

I primi ad aver ricevuto il messaggio sono rimasti disorientati. Nella realtà, come chiarirà il comunicato di qualche ora dopo, il centrodestra regionale, in un incontro a Roma ha dato il via libera ufficiale alla candidatura di Basso per il dopo Ciriani e ha demandato alle segreterie provinciali, che avevano condiviso il percorso già prima di Natale, di trattare i dettagli.

A fugare definitivamente ogni dubbio in serata è stato lo stesso candidato: «Cortesia istituzionale vuole che la presentazione avvenga in modo condiviso con gli alleati. Perché come tutti sappiamo, uniti si vince». Il quando andrà definito tra le segreterie – la presenza dei big sarà determinante – come andrà concordata la data del voto, che in ogni caso spetterà formalmente alla giunta regionale. Se l’ipotesi 30 marzo sembra a tutti molto difficile da concretizzare – comporre le liste significa completare anche tutti gli adempimenti burocratici connessi (firme, casellario giudiziale ecc.) –, anche il 13 aprile è stretto per qualcuno e c’è chi auspica il 3 maggio.

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Gli accordi di coalizione

Sul piatto ci sono poi gli accordi tra le forze di coalizione – Fratelli d’Italia, Lega-lista Fedriga, Forza Italia, lista Ciriani e la probabile seconda civica – sul peso di ciascuno in coalizione. Tradotto: sulle poltrone. Quando Alessandro Ciriani vinse la prima volta applicò un criterio di egual peso tra gli alleati: due assessori a testa e quella volta il vicesindaco andò alla Lega, proprio per l’asse tra Ciriani, Fedriga e Vannia Gava che aveva portato l’ex presidente della Provincia a diventare il candidato unico. Di acqua da allora ne è passata sotto i ponti, nel secondo mandato è stato applicato il criterio del risultato elettorale e il vicesindaco è stato espresso da Fratelli d’Italia. Impensabile che Basso non venga tirato per la giacca dagli alleati – la Lega vuole il vice – specie dopo un inizio di campagna elettorale tanto movimentato. Pare che tutte le forze politiche abbiano chiesto due assessori (il totale è di otto).

Ma i pensieri possono aspettare, la coalizione intanto si gode la ritrovata unità. «Bene che sia arrivato l’ok e si possa iniziare la campagna elettorale. Noi stavamo già lavorando alla lista – commenta il segretario provinciale della Lega Andrea Delle Vedove –. La settimana prossima incontreremo il candidato sindaco e sarà poi il circolo di Pordenone a seguire le fasi. La data del voto non c’è ancora, ma l’ipotesi 30 marzo è impossibile». Soddisfatto Andrea Cabibbo (Forza Italia): «Tutto è bene quel che finisce bene. Ed è bene che si confermi l’unità del centrodestra, ma è importante che sia riconosciuta la dignità di tutte le forze politiche che sostengono la coalizione. Il nostro contributo, alle scorse elezioni, è stato determinante anche in termini percentuali». L’intesa, insomma, è solo l’inizio del percorso, un percorso di resistenza.

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