Elio e le Storie Tese: «Testeremo a Udine due canzoni inedite»

Domani il concerto del gruppo al teatro Nuovo Rocco Tanica: «Il nostro metodo è semplice: per creare la musica non abbiamo un metodo»

Una fabbrica d’idee, degli stakanovisti del pensiero. Nulla frena (e perché mai dovrebbe?) il sistema produttivo di Elio e Le Storie Tese, gruppo in costante ebollizione. Tant’è che gli amici sono sul torpedone col muso puntato sull’Italia. Dicesi tour. Udine è sosta prevista per domani, lunedì. Porte aperte al teatro Nuovo, ventuno canoniche. Organizza Azalea. Grandi onori al Sanremo festivaliero. «Non saprei proprio dire com’è stato - racconta Rocco Tanica, le mani veloci sul pianoforte - chi lo fa solitamente lo vive in fretta. Noi, poi, perdevamo un sacco di tempo al trucco. Giusto l’ora per sbucare sul palco, cantare, uscire, struccarci, ascoltare un paio di colleghi, mangiare, dormire».

Sul contenuto, dice, «Non è un gran segreto. Quindi, lo spiattello. Già al debutto di Schio abbiamo adottato una schema, ovvero proporre in anteprima assoluta due brani appena tolti dal forno di casa. Nessuno e ribadisco nessuno - a parte i ragazzi di Schio, ovvio - conosce un tubo delle canzoni. Una s’intitola Il ritmo della sala prove ed è un lucido amarcord di quando ci si rintanava nel garage foderato con le tipiche custodie per le uova (si pensava attutissero il suono, invece solo arricchivano chi le vendeva) e si picchiava duro. Atmosfere paleozoiche. L’altro è Complesso del primo Maggio, dedica al concertone di piazza San Giovanni, un ardito miscuglio di raga salentino e di cantautorale unplugged».

Ne avete di fantasia. C’è una mente della band, oppure è il collettivo a plasmare ’sta raffica d’idee continue?

«Esiste un metodo stabilito: il metodo non esiste. Ognuno ha la facoltà di sparare le più ignobili boiate. A quel punto facciamo una riunione e valutiamo la consistenza della boiata o della genialata».

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