Elisa realizza il suo sogno: «Impiegata e imprenditrice, adesso produco gli scarpez»

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Ha trasformato la passione per le scarpe che l’accompagna fin da bambina in un progetto commerciale, firmando con la propria creatività e gusto una linea personale di un capo di abbigliamento che sta spopolando: gli scarpez, le tipiche calzature friulane.

Lei è Elisa Zanon, 39 anni, figlia di commercianti (la famiglia gestisce lo storico negozio in via Romans), di professione impiegata ma cresciuta tra i mercati a aiutare i nonni e lo zio e il punto vendita dove oggi lavorano la madre e la zia. Da ottobre Elisa commercializza (nello stesso negozio di famiglia e on line attraverso il profilo Facebook “Scarpez di Elisa”) una linea di queste babbucce tipiche della Carnia e che da un paio d’anni sono diventate l’ultima moda, esibite anche da personaggi famosi che le hanno rese richiestissime.

Dette anche papusse a Venezia, più in generale sono conosciute in Italia e all’estero come le le “friulane” o “furlane”. Per secoli le donne le hanno confezionate in casa, utilizzando materiali poveri e di scarto. La suola era ricavata da vecchi copertoni di biciclette, le imbottiture interne da sacchi di juta, le tomaie erano scampoli di tessuto.

Nella famiglia di Elisa, originaria di Claut, a realizzare gli scarpez erano le zie e per lei sono stati le sue prime scarpe. Una passione mai passata, tanto che a ottobre Elisa ha deciso di buttarsi e di creare una sua linea di scarpez e un suo marchio. Per la manifattura si affida ad alcune artigiane di Gonars, ma la scelta dei tessuti, dei colori e dei particolari, nonché la commercializzazione del prodotto, sono entrambe in capo a lei.

“Scarpez di Elisa” sposa la tradizione (la suola è fatta con la gomma di copertone) con la moda, l’eleganza e la comodità che oggi richiede il mercato. «La passione per le scarpe – racconta Elisa – e l’esperienza che mi arriva dalla famiglia, fanno di me una ragazza come tante ce ne sono che sta cercando di realizzare un proprio sogno, con il desiderio di portare a Cordenons un oggetto alla moda come gli scarpez che a Milano fanno la fila per comprare. Mi sono perciò aggiunta a quei giovani commercianti locali che si stanno mettendo in gioco, nonostante le difficoltà, e che stanno rigenerando la categoria, recuperando la tradizione locale come faccio io oppure innovando. Dimostriamo che Cordenons non è solo servizi e ambiente, ma anche piena di giovani risorse e potenzialità imprenditoriali emergenti». –



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