Ematologia, il doppione ci sarà e il caso Udine-Trieste si complica

Ematologia a Udine o a Trieste? Il caso si complica. «I numeri – fa sapere l’assessore regionale alla Salute Vladimir Kosic (foto) – ci inducono a trovare una soluzione non di contrapposizione, ma di considerazione dei bisogni reali della popolazione».
UDINE.
Ematologia a Udine o a Trieste? Il caso si complica. «I numeri – fa sapere l’assessore regionale alla Salute Vladimir Kosic – ci inducono a trovare una soluzione non di contrapposizione, ma di considerazione dei bisogni reali della popolazione».


Kosic, in effetti, non smentisce il vice presidente della commissione Salute, l’udinese Massimo Blasoni, che ha rassicurato i friulani dicendo «la Struttura operativa complessa (Soc) di Ematologia a Trieste non si farà è stata prevista nel Piano sociosanitario per errore», ma verificati i dati sui pazienti curati ogni anno a Trieste annuncia la convocazione di un incontro con i direttori generali dell’ospedale Maggiore di Trieste e dell’Azienda ospedaliero-universitaria Santa Maria della Misericordia assieme ai direttori delle Ematologie di Udine e Trieste, Renato Fanin e Giorgio Paladini, per trovare una mediazione.


«Vorremmo favorire una collaborazione tra le due Ematologie, ma Soc in più non ci saranno» chiarisce l’assessore che non vede possibile il trasferimento di 9 mila pazienti, tanti vengono visitati ogni anno a Trieste, nel capoluogo friulano.L’assessore, insomma, intende mantenere l’esistente senza creare, come sta scritto nel Piano, la Struttura operativa complessa.


La differenza non è banale perché l’istituzione di una Soc di Ematologia a Trieste prevede la nomina di un primario e quindi l’aumento della spesa sanitaria. Al momento a Trieste il servizio di ematologia fa parte della Soc di Medicina e quindi ricade sotto la regia del primario di Medicina. Da qui la preoccupazione dei friulani che vedono nello sdoppiamento della Soc la creazione di una struttura in contrapposizione con quella udinese. Ma torniamo ai fatti.


Kosic pur concordando con la tesi di Blasoni, «la sua valutazione sulla predisposizione del Piano è corretta» ribadisce, si sofferma sui numeri resi noti da Paladini e constata che «l’Ematologia di Trieste soddisfa bisogni ineludibili anche per quanto riguarda la cura dei linfomi, non credo – precisa – che Udine da sola ce la farebbe a seguirli tutti». Ecco perché invita a stare attenti a non «costringere i bisogni all’interno di regole che non riescono a conciliare con la realtà di Ematologia».


L’assessore non vuole alimentare la storica contrapposizione tra Udine e Trieste al contrario preferisce riunire attorno a un tavolo i direttori e i primari per cercare una mediazione che accontenti tutti. «Il percorso è in itinere» assicura nel riconoscere che effettivamente «l’interpretazione del Piano porterebbe a un errore. I dati però ci inducono a fare questo percorso».


Di fronte a questa presa di posizione, Blasoni, che è anche coordinatore cittadino del Pdl, ci tiene a precisare che «con Kosic c’è piena sintonia, le mie dichiarazioni dell’altro giorno sono state preventivamente concordate sia con l’assessore che con il direttore generale Basaglia. Dunque quello che ho detto resta, ma certo occorre lavorare per mantenere e rafforzare l’esistente anche nel capoluogo giuliano». Facile intuire che Blasoni, ancora una volta, dice no all’istituzione della Soc e quindi alla nomina di un nuovo primario a Trieste.


In Friuli, intanto, si rafforzano le prese di posizione a difesa della clinica Ematologica dell’Azienda ospedaliero-universitaria Santa Maria della Misericordia. Tra queste registriamo quella del sindaco, Furio Honsell, che da ex rettore dell’università conosce bene i traguardi tagliati dalla clinica Ematologica diventata, negli anni, centro di riferimento italiano. Per questo sostiene che «se c’è bisogno di fare un centro di Ematologia a Trieste, proprio per l’esperienza che ha maturato è bene che sia coordinata da Udine». Il sindaco non entra nel merito se ci sia o meno la necessità di istituire la Soc di Ematologia a Trieste ribadisce soltanto l’importanza che sia Udine a coordinarla.


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