Emergenza supplenti al Solari: titolare solo la metà dei docenti

La prima campanella è suonata ormai da un mese e, come si sà, gli istituti del Friuli Venezia Giulia non scoppiano certo di salute. Abbiamo deciso di avviare assieme ai nostri lettori l'inchiesta "La scuola alla lavagna". Potete inviarci segnalazioni: basta cliccare qui e compilare il form.
TOLMEZZO. La “supplentite” non risparmia le scuole della montagna. Come segnalato al Messaggero Veneto dal papà di un alunno dell’istituto Fermo Solari, nelle superiori tolmezzine «ad oggi mancano la maggior parte degli insegnanti.
Gli alunni entrano ed escono a qualsiasi orario se non sono impegnati nei tornei di briscola nelle ore di supplenza. L’istituto, per dimostrare la sua efficienza, ha già avviato l’orario a tempo pieno non riuscendo a coprire neanche le ore del mattino».
Del resto, se la mancanza di docenti titolari fosse una formula matematica si presenterebbe più o meno così: più l’istituto è lontano, meno docenti sono disposti a spostarsi e accettare la chiamata. Un’equazione facile da comprendere ma che penalizza le scuole in periferia e che va a incidere sul percorso di studi dei ragazzi.
Anche a Tolmezzo, come segnalato dal papà di Arta Terme, la girandola delle nomine non si è ancora fermata. Colpa della scuola?
«Tutt’altro. Stiamo facendo sforzi infiniti per chiudere quanto prima le convocazioni – spiega Manuela Mecchia, dirigente del Solari –. All’appello mancano una decina di insegnanti tecnico-pratici per i laboratori, i più difficili da reperire tra l’altro».
A ottobre inoltrato e con le graduatorie svuotate, si complica il lavoro delle segreterie che puntano ad assegnare le supplenze a docenti «che coprano l’intero anno scolastico o gran parte di esso», aggiunge la preside.
Ma la supplentite non ha colpito solo Tolmezzo: altri istituti del Friuli Venezia Giulia sono alle prese con le convocazioni. «La nostra situazione, però, presenta alla base delle difficoltà evidenti: su 130 insegnanti qui al Solari, solo 60 sono titolari – spiega Mecchia –. Il resto sono supplenti. Praticamente metà del corpo docenti resta da noi poco tempo. E abbiamo interi percorsi dove le cattedre assegnate ad esterni sfiora il 90 per cento».
Ai genitori e agli alunni la preside chiede un po’ di pazienza e comprensione: «Stiamo facendo il possibile e la questione supplenze è in via di risoluzione. A livello organizzativo, siamo pronti dai primi di settembre. Tuttavia, se ci sono difficoltà, critiche o problematiche siamo pronti ad ascoltarle, consci che il dialogo diretto famiglie-scuola permette una risoluzione più facile dei problemi. Oltre a essere un contributo educativo non indifferente».
Il caso di Tolmezzo, però, non è il solo in Friuli Venezia Giulia. A inizio settembre i sindacati avevano previsto un report sulla penuria docenti che si è rivelata essere anche «fin troppo ottimista». L’esercito dei senza sede ha rimpolpato le graduatorie Mad (messa a disposizione).
«Sono ore e ore di lavoro in più per le segreterie, già oberate dagli incarichi», commenta Donato Lamorte, della Cisl Scuola Friuli Venezia Giulia. La soluzione, più volte invocata e più volte promessa, è quella della stabilizzazione dei precari con un concorso straordinario veloce.
«L’obiettivo è recuperare la direttiva europea, stabilizzare i precari e avviare un percorso di abilitazione che allarghi la platea dei professori», chiosa il sindacalista. —
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