Ente Friuli nel mondo ha 60 anni L’emigrante ora fa il manager

Dopo 60 anni di vita l’associazione abbatte gli stereotipi. Testimonial sei giovani imprenditori di grande successo

UDINE. Raccontare le conquiste, i successi e i traguardi dei friulani nel mondo, per trasformare il dibattito in una sorta di lezione di management, dedicata anche e soprattutto ai politici e agli amministratori di casa nostra. L’Ente Friuli nel Mondo quest’anno compie 60 anni. E forse anche dall’alto di questa conquistata maturità decide di puntare tutto sui giovani. In una contraddizione solo apparente. «Per celebrare il nostro incontro annuale - spiega il presidente Piero Pittaro - abbiamo optato per questa formula nuova. Niente grandi discorsi di politici e amministratori. Spazio invece ai nostri emigrati. Daremo la parola per un talk show condotto dal direttore del Messaggero Veneto Omar Monestier a 6 manager di successo di origine friulana che stanno facendo fortuna, anche nel segno della friulanità, nei diversi continenti. Per una volta i politici e gli amministratori ascolteranno. E spero, prenderanno soprattutto appunti. I nostri corregionali all’estero possono fare molto per il Friuli. Il concetto è proprio quello detto e ridetto in questi giorni. I Fogolârs Furlans in giro per il mondo (ce ne sono ben 154, di fatto in tutti i continenti) possono e devono funzionare anche come piccole ambasciate a difesa del business di casa nostra e non solo a tutela della nostra cultura».

Ma se i friulani nel mondo possono fare molto per il Friuli, anche il Friuli è chiamato, dagli stessi Fogolârs, a fare di più per i corregionali all’estero e per incrementare e favorire una rete di business. «Non chiediamo soldi - spiega Pittaro -. Abbiamo già rinunciato ai finanziamenti d’oro di una volta. E la mia è una carica solo onorifica. Vorremmo però che Regione, Cciaa e altri enti riconoscessero e sfruttassero il nostro potenziale. Come fa già ad esempio l’Università di Udine».

Ecco allora l’idea di dare la parola a questi sei under-50. Domani, con inizio alle 9.30, nel salone del Parlamento in Castello a Udine, dal Belgio ci sarà Isabella Lenarduzzi, dall’Australia Deris Marin, dalla Cina è già arrivato Stefano Ritella, dal Canada Matthew Melchior e dall’Argentina arriverà Vivian Beltrame, mentre dal Sud Africa è atteso Roberto Bottega. Nomi chiaramente friulani per imprese e realtà economiche che nei diversi paesi significano giri d’affari non da poco. Saranno loro a spiegare ai friulani presenti qui in Friuli, e soprattutto agli amministratori pubblici, cosa, quanto e come può fare questa regione per aumentare il suo business all’estero.

Ma una piccola lezione arriva già, in anticipo, da Stefano Ritella, a Shanghai da otto anni. «Un grande mercato come quello della Cina si sta velocemente saturando. Se era già difficile prima, ora più che mai non si può pensare di arrivare sul mercato estero in modo frazionato. Bisogna fare squadra, unirsi, cercare appoggio in chi magari ha già percorso la stessa via. E’ vero - aggiunge Ritella, membro del comitato direttivo del Fogolar Furlan di Shanghai - a volte è più semplice scambiarsi competenze bevendo un bicchiere di ottimo vino friulano. Ma attenzione. Molte altre realtà locali italiane stanno già facendo quello di cui ora si parla appena in Friuli».

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