Era ai domiciliari, evase per sbronzarsi: condannato a 8 mesi

Udine, Flavio Ballo era uscito da un bar e, sentitosi male, era stato portato in ospedale. Nella borsa gli avevano trovato un manganello

UDINE. Quella serata al bar gli era costata già un ricovero in ospedale per «intossicazione etilica». Era il 22 ottobre scorso e Flavio Ballo, 54 anni, di Udine, non aveva fatto rientro a casa, nell’abitazione dove aveva (e continua ad avere) l’obbligo di soggiornare dalle 22 alle 6.

Ora, al malore seguito alla sua ennesima sbronza, si è aggiunta anche la condanna inflittagli dal tribunale: otto mesi di reclusione, per avere violato gli obblighi relativi alla misura della sorveglianza speciale, cui è sottoposto dall’ottobre del 2012.

La condanna è stata emessa dal gup Daniele Faleschini Barnaba, al termine del processo celebrato con rito abbreviato, condizionato all’audizione della persona che, vedendolo in quelle condizioni in mezzo alla strada, diede l’allarme al 118.

Il difensore, avvocato Stefano Comand, ha voluto che la testimone fosse sentita, per dimostrare come il malore lo avesse colto mentre si stava recando a casa e come fu proprio questo a impedirgli di rispettare gli orari prescritti.

Stando ai calcoli del legale, l’ambulanza arrivò mezz’ora dopo la chiamata e caricò il paziente alle 21.55. Ad aggravare la sua posizione era stato il ritrovamento di uno sfollagente metallico nel borsello che portava con sè e che aveva perso nella caduta.

Nel tirare le somme dell’episodio, il pm Letizia Puppa aveva chiesto la condanna a un anno, un mese e quindici giorni di reclusione.

Il difensore si era battuto, invece, per un’assoluzione perchè «il fatto non costituisce reato», escludendo che il suo assistito volesse in alcun modo violare le prescrizioni, essendo piuttosto rimasto vittima di una «causa di forza maggiore», e ricordando l’assenza di una prova certa della sua ubriachezza, dovendosi considerare gli esami ematici condotti quella notte stessa assai poco significativi, trattandosi di un alcolista cronico.

Nel calcolare la pena, il giudice ha riconosciuto a Ballo le attenuanti generiche in regime di equivalenza alla contestata recidiva e questo ha consentito di abbassarla a otto mesi.

Per quanto riguarda il porto fuori dalla propria abitazione del manganello, è stato dichiarato il non doversi procedere per estinzione del reato a seguito di precedente oblazione.

Sul punto, l’avvocato Comand ha parlato di «pura e semplice sfortuna», visto che Ballo, quella sera, «non aveva fatto male a nessun altro, fuorché a sè». Non appena depositate le motivazioni, quindi, la sentenza sarà impugnata.

Condannato a sei anni e sei mesi di reclusione nel maggio del 2013, per aver colpito con sette coltellate (alla schiena, a un fianco e alla fronte) l’amico Sergio Toffoletti in via Nimis, la notte del 31 gennaio 2012, dopo una lite, nell’aprile dell’anno scorso Ballo si era visto ridimensionare la pena dalla Corte d’appello di Trieste.

La riforma del verdetto gli aveva permesso di lasciare la casa circondariale di via Spalato e di tornare in libertà dopo meno di 2 anni e 4 mesi. Anche in quell’occasione, a giocare un brutto scherzo a Ballo era stato l’alcol, bevuto in eccesso durante la cena consumata proprio a casa di Toffoletti e di suo fratello.

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