Ermal Meta e Fabrizio Moro vincono la 68sima edizione del Festival di Sanremo

Lo Stato Sociale arrivano secondi, terza Annalisa. L'edizione targata Baglioni-Hunziker-Favino da record per lo share: milioni di telespettatori hanno seguito la finale della kermesse canora
Italian singers Ermal Meta (L) and Fabrizio Moro (R) celebrate on stage after winning the 68th Sanremo Italian Song Festival in Sanremo during the 68th Sanremo Italian Song Festival at the Ariston theatre in Sanremo, Italy, 10 February 2018. The 68th edition of the television song contest runs from 06 to 10 February. ANSA/CLAUDIO ONORATI
Italian singers Ermal Meta (L) and Fabrizio Moro (R) celebrate on stage after winning the 68th Sanremo Italian Song Festival in Sanremo during the 68th Sanremo Italian Song Festival at the Ariston theatre in Sanremo, Italy, 10 February 2018. The 68th edition of the television song contest runs from 06 to 10 February. ANSA/CLAUDIO ONORATI
 
Sanremo 2018, Moro: "In Meta ho trovato un nuovo amico: è la vittoria più grande"

Da quasi squalificati a vincitori. Il duo Ermal Meta-Fabrizio Moro vince la 68sima edizione del Festival di Sanremo con la canzone "Non mi avete fatto niente". Secondi si classificano Lo Stato Sociale con "Una vita in vacanza", terza Annalisa e la sua "Il mondo prima di te"

Si chiude così l'esperienza Baglioni-Hunziker-Favino che ha incollato davanti al televisore milioni di italiani, come non succedeva da anni. Succede di tutto nella finalona, persino le lacrime con un magnifico monologo di Favino. La Sciarelli ritrova la voce della Pausini, che si era persa in una laringite. Marco ormai è mummificato, tiene compagnia a Facchinetti e a Fogli, lei invece è magnificamente viva e liquida. Svela la novità Non è detto e poi come tutti e tutte paga dazio duettando Avrai con Claudione.


 
Dunque. Lo sapevamo ancor prima che Gump rovistasse nella scatola di cioccolatini seduto sulla panchina, ma lui riuscì a cristallizzare il senso dell’incognita esistenziale con la naturalezza dell’uomo semplice: non sai mai quello che ti capita. Baglioni, e qui ci ha fregato, nella prima puntata è parso Armstrong appena sceso dall’Apollo 11 e tutti noi abbiamo pensato che il capitano coraggioso, vivendo in gravità, fosse vittima della labirintite. Ondeggiava sconnesso e tutti noi abbiamo ri-pensato: ma questo non ce la fa. L’imbambolato Favino non gli è stato di grande aiuto e ci siamo preoccupati: se anche Michelle s’impappina, Orfeo si getta personalmente di nuca dalla balconata.
 
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E qui, esattamente qui, entra in scivolata Jim Morrison col suo anfetaminico slogan: Non arrenderti mai, perché quando pensi che sia tutto finito, è il momento in cui tutto ha inizio. Così il tenero Claudio si è felicemente arreso all’evidenza. Tant’è che Papa Celentano l’ha fatto cardinale. «Adesso la Rai non potrà più fare a meno di te», scrive il pontefice della via Gluck. Sanremo ti beatifica o ti scredita, l’indifferenza non è tra i poteri del santo. S’ipotizza un Baglioni bis. Siamo esperti di rimpasti e di ritorni, Montecitorio è ben più scafato di un festival, però anche un festival, volendo, si adegua. Non chiedeteci voti, non li daremo mai. Preferiamo due parole in più senza licenziare esseri umani con la freddezza della matematica.
 
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Chi in questi giorni ci è stato giornalisticamente alle costole si sarà accorto che non ci è venuto fuori ’sto gran entusiasimo. E non lo rinneghiamo soltanto perché, ora, s’inneggia al trionfalismo. Sapete bene come funziona l’empatia. Detestiamo gli schieramenti globalizzati così come remare controcorrente per farci notare. Con onestà, dunque. 
 
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Le non vallette. La Rai della Tarantola si accanì contro Miss Italia accusata di mercificare corpi (accusa folle, ma passò) lasciando che graziose fanciulle continuassero a trascinare fogli per i palcoscenici mostrando le tette. Hunziker non è stata solo la badante svizzera (cit. by Raffaele), ma una magnifica condottiera, lei sin da subito, va detto. Guai fosse mancata la sua energia canton ticina, Baglioni sarebbe stato confinato a Lampedusa. Virginia, be’, creatura venusiana di bravura infinita. Lo scaldappublico. Fiorello mancava da un po’ e grazie a Dio tornerà (forse) in questa Rai che ha scoperto di avere a che fare con italiani meno scemi di quanto immaginava. Gli incipit disneyani del trio.
 
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Note dolenti. Biancaneve e il Pozzo del Desiderio andando nettamente a peggiorare con Heidi rock. Incipit che mai andrebbero mostrati nel Techetecheté del 2078. Come certi abiti di Michelle: invitavano a inquinare l’acqua dell’abitazione dello stilista, chiunque egli sia. Vorrei lasciare i lor signori con un’immagine forte: Valeria Mazza e le sue creme. Funzionano. Da trent’anni è sempre uguale. O è lo stesso sport da trent’anni? 
 
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