Ermal Meta e Fabrizio Moro vincono la 68sima edizione del Festival di Sanremo

Da quasi squalificati a vincitori. Il duo Ermal Meta-Fabrizio Moro vince la 68sima edizione del Festival di Sanremo con la canzone "Non mi avete fatto niente". Secondi si classificano Lo Stato Sociale con "Una vita in vacanza", terza Annalisa e la sua "Il mondo prima di te"
Si chiude così l'esperienza Baglioni-Hunziker-Favino che ha incollato davanti al televisore milioni di italiani, come non succedeva da anni. Succede di tutto nella finalona, persino le lacrime con un magnifico monologo di Favino. La Sciarelli ritrova la voce della Pausini, che si era persa in una laringite. Marco ormai è mummificato, tiene compagnia a Facchinetti e a Fogli, lei invece è magnificamente viva e liquida. Svela la novità Non è detto e poi come tutti e tutte paga dazio duettando Avrai con Claudione.
E qui, esattamente qui, entra in scivolata Jim Morrison col suo anfetaminico slogan: Non arrenderti mai, perché quando pensi che sia tutto finito, è il momento in cui tutto ha inizio. Così il tenero Claudio si è felicemente arreso all’evidenza. Tant’è che Papa Celentano l’ha fatto cardinale. «Adesso la Rai non potrà più fare a meno di te», scrive il pontefice della via Gluck. Sanremo ti beatifica o ti scredita, l’indifferenza non è tra i poteri del santo. S’ipotizza un Baglioni bis. Siamo esperti di rimpasti e di ritorni, Montecitorio è ben più scafato di un festival, però anche un festival, volendo, si adegua. Non chiedeteci voti, non li daremo mai. Preferiamo due parole in più senza licenziare esseri umani con la freddezza della matematica.
Chi in questi giorni ci è stato giornalisticamente alle costole si sarà accorto che non ci è venuto fuori ’sto gran entusiasimo. E non lo rinneghiamo soltanto perché, ora, s’inneggia al trionfalismo. Sapete bene come funziona l’empatia. Detestiamo gli schieramenti globalizzati così come remare controcorrente per farci notare. Con onestà, dunque.
Note dolenti. Biancaneve e il Pozzo del Desiderio andando nettamente a peggiorare con Heidi rock. Incipit che mai andrebbero mostrati nel Techetecheté del 2078. Come certi abiti di Michelle: invitavano a inquinare l’acqua dell’abitazione dello stilista, chiunque egli sia. Vorrei lasciare i lor signori con un’immagine forte: Valeria Mazza e le sue creme. Funzionano. Da trent’anni è sempre uguale. O è lo stesso sport da trent’anni?
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