Esame a due metri di distanza, prove nei corridoi e tutti con le mascherine: ecco la Maturità in versione Covid

UDINE. Il conto alla rovescia è iniziato e tra meno di una settimana, il 17 giugno, anche gli studenti del Friuli Venezia Giulia si immedesimeranno con l’unica prova dell’esame di Stato. Lo faranno indossando la mascherina che potranno rimuovere mentre risponderanno alle domande dei commissari seduti a due metri di distanza.
Nelle scuole è quasi tutto pronto: in assenza di aule grandi, quasi ovunque le prove si svolgeranno nei corridoi. In un’aula, invece, sarà allestito una sorta di ambulatorio per accogliere eventuali candidati o docenti con sintomi respiratori o febbre. I dirigenti scolastici si stanno attrezzando, mentre all’Ufficio scolastico regionale stanno monitorando le 256 commissioni che si insedieranno lunedì. Dopo aver nominato i presidenti con pochi presidi in pensione, ora si temono possibili assenze che dovranno essere coperte.
Le misure di sicurezza
Non sarà facile dimenticare l’Esame di stato in versione Covid. Non lo sarà per gli studenti e tanto meno per i presidi che, in queste ore, stanno predisponendo gli spazi seguendo le indicazioni del Comitato tecnico scientifico. Gli edifici dovranno essere puliti ogni giorno e dopo ogni sessione d’esame, ingressi e uscite andranno separati e non dovrà mancare uno spazio per accogliere eventuali persone con sintomi riconducibili alla Covid-19. I candidati verranno convocati a orari diversi ( i calendari saranno disponibili sui siti delle scuole) e dovranno arrivare 15 minuti prima della prova.
Una volta completato l’orale gli assembramenti non saranno previsti. Candidati e commissari dovranno indossare la mascherina, dichiarare se hanno avuto problemi respiratori e febbre nei 14 giorni prima e mantenere sempre due metri di distanza di sicurezza. Di fronte a queste misure, Stefano Stefanel, il dirigente scolastico del liceo scientifico Marinelli di Udine, spiega che nel suo istituto saranno utilizzati i corridoi e le aule grandi con accessi autonomi da riservare alle commissioni.
Nel liceo di via Leonarda da Vinci è tutto pronto: «Alla riunione preliminare delle commissioni parteciperanno 13 persone». Anche al liceo classico Stellini non è stato trascurato alcun dettaglio. Le aule sono già allestite con i banchi riservati ai commissari e ai candidati distanziati di due metri e con i dispenser per l’igienizzazione delle mani all’ingresso di ogni stanza. Qui il dirigente Luca Gervasutti, ha inviato ai candidati una sorta di dépliant riassuntivo delle misure prescritte dal Comitato tecnico scientifico.
Gervasutti invita, infatti, gli studenti a spostarsi con mezzi privati, ad attendere l’uscita del candidato precedente prima di entrare a scuola, a non portare più di un accompagnatore, a tenere il lato destro nei corridoi e sulle scale, a portare una penna e pure la carta d’identità. Inutile dire che nell’era Covid la tensione tra gli studenti aumenta. Uno studio condotto a livello nazionale conferma che l’83 per cento fatica a concentrarsi.
Un ragazzo su 2 ha dichiarato di non riuscire a seguire le spiegazioni, 1 su 3 di avere molte difficoltà nel dormire quando pensa all’esame, poco più di 1 su 4 invece prova sensazioni di soffocamento o di battito cardiaco accelerato se si sofferma su cosa lo aspetta. Sintomi, questi, più presenti tra le ragazze che rispetto ai maschi superano i compagni fino anche di 27 punti percentuale.
Mercoledì 10 giugno, a conferma dell’affetto che provano per la scuola, intorno alle 13, allo Stellini si è presentato un gruppetto di studenti di quinta e ha chiesto al preside di suonare la campanella. Era l’ultimo giorno di scuola e gli studenti hanno voluto viverlo a modo loro. «Ho suonato la campanella e – racconta il dirigente – e gli studenti fuori dalla scuola hanno esultato».
Il presidente del consiglio FVg
Anche il presidente del consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, invita a non abbassare la guardia nelle scuole. Lo sottolinea per sollecitare il regolare svolgimento delle lezioni a settembre. «Considerare formativa la didattica in video – avverte Zanin – è una forzatura dialettica. Serviranno più insegnanti a partire dalle materne ed elementari. È fondamentale, quindi, affrontare il problema delle classi affollate e delle conseguenti necessità di spazi: finora dal ministro sono arrivati solo richiami al passato e nessuna certezza per il domani».
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