Esche al topicida: un altro cane avvelenato

SAN VITO. E’ accaduto di nuovo: un altro cane avvelenato a San Vito con topicida, in una zona limitrofa a quella dove la scorsa estate si erano verificati tre rinvenimenti di esche e dove, a fine gennaio, si è registrata una vittima tra i quattrozampe. Stavolta, l’ignoto delinquente che si aggira per San Vito prendendo di mira gli animali d’affezione, ha colpito in via Divisione Julia.
Dopo i primi, evidenti sintomi da avvelenamento, il cane in questione sta lentamente recuperando le forze, il che fa ben sperare per la sua sorte. A raccontare cosa gli è capitato è la proprietaria Alice Colussi, che ha allertato l’ufficio ambiente del Comune.
«Venerdì, verso mezzogiorno, il mio bulldog francese femmina di 10 anni, Pepita, ha accusato i primi sintomi – riferisce la proprietaria dell’animale –. Non stava bene in piedi: barcollava e aveva le gambe rigide. Inoltre, presentava difficoltà respiratorie. Ho chiamato il veterinario. Nell’immediato non ho pensato all’avvelenamento, ma il veterinario mi ha chiesto di osservare le mucose della bocca. Ed erano bianche, sintomo proprio di avvelenamento».
Subito dopo le condizioni del cane sono peggiorate, quindi il veterinario ha iniziato la cura per ridurre le emorragie che vengono causate dal veleno per topi.
«La sostanza tossica ingerita da Pepita ha interessato le vie respiratorie: dovrà continuare la cura per una quindicina di giorni, ma per fortuna sta già meglio».
Che si tratti di veleno per topi non c’è dubbio, ma in che modo il cane l’avrebbe ingerito? Ci sono poche alternative: «Non la portiamo mai in giro – continua Alice Colussi –. L’unica spiegazione è che qualcuno abbia gettato un boccone avvelenato nel giardino di casa e Pepita l’abbia mangiato. Non voglio più far correre rischi a Pepita e al nostro altro cane: in giardino faremo installare telecamere di sicurezza».
E’ l’ennesima prova della presenza di uno o più squilibrati che si aggirano a San Vito seminando esche avvelenate con l’intento di uccidere cani e gatti. A fine gennaio ha avuto una sorte peggiore, rispetto a Pepita, il labrador Checo, di proprietà di una famiglia che risiede in via Santa Sabina, in un quartiere (tra Fontanis, Fontanasso e Madonna di Rosa) a breve distanza da quello di via Divisione Julia.
Anni fa non erano mancati, sempre a San Vito, casi di avvelenamenti di gatti. Poi, l’estate scorsa, tre ritrovamenti in altrettanti mesi tra le vie De Gasperi e limitrofe. Quindi, l’avvelenamento di Checo a distanza di qualche giorno da una passeggiata nel quartiere, durante la quale avrebbe ingerito l’esca avvelenata.
Come nel caso di Pepita, i sintomi erano comparsi a distanza di qualche giorno. Per il labrador sono stati fatali, mentre il bulldog si sta riprendendo. Casi che stanno indignando possessori e non di animali e che sperano si arrivi presto a individuare i responsabili.
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