Esodo dall’insegnamento in Fvg per quasi 600 docenti: si riaprono le supplenze

Record di pensionamenti da settembre. La fuga maggiore in provincia di Udine. Il sindacato: paghiamo gli effetti della Fornero e gente sempre più demotivata
01/09/2016 Gent. Primo giorno del nuovo anno scolastico alla scuola superiore Nieuwen Bosch
01/09/2016 Gent. Primo giorno del nuovo anno scolastico alla scuola superiore Nieuwen Bosch

UDINE. Esodo di insegnanti dal mondo della scuola. A settembre 598 fra maestri e professori andranno in pensione, lasciando scoperte altrettante cattedre. E le graduatorie, soprattutto alle scuole dell’infanzia e primarie, potrebbero non avere abbastanza personale in attesa. Questo significa che si ricorrerà agli studenti oppure agli elenchi di altre regioni italiane.

Una situazione eccezionale per Cgil, Cisl e Uil, figlia di due ragioni: la prima il blocco dei pensionamenti conseguente alla legge Fornero che ha creato una sorta di collo di bottiglia che ora si svuota in un’unica soluzione. La seconda riguarda invece le difficili condizioni di lavoro – su tutte l’assenza di una direzione – cui sono sottoposti gli insegnanti.

Come accennato i pensionamenti dal primo di settembre sono 598, una cifra record. La provincia che perde il numero maggiore di insegnanti è – per evidenti ragioni territoriali – quella Udinese, con 309 persone: 64 all’infanzia, 104 alla primaria, 47 alla secondaria di primo grado e 94 al secondo grado. Seguono Pordenone con 144 (16 all’asilo, 54 alle elementari, 32 alle medie e 42 alle superiori), Trieste con 92 (12 alle scuole materne, 20 alle primarie, rispettivamente 22 e 38 al primo e al secondo grado delle secondarie) e chiude Gorizia con 53 (13 alle elementari, 17 e 23 alle medie e superiori).

«Gli insegnanti sono stanchi e preferiscono andare in pensione piuttosto che continuare a servire il mondo della scuola – ha denunciato Adriano Zonta, segretario regionale dell’Flc Cgil –. Primarie e infanzia hanno poche persone in graduatoria e non so se basteranno a coprire il quantitativo di quiescenze».

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Ma perché gli insegnanti sono stanchi? «Il lavoro è diventato impossibile – ha ribattuto Zonta –, non c’è direzione. Noi in Friuli Venezia Giulia soffriamo di più per il fatto che abbiamo un Ufficio scolastico regionale di secondo livello e il personale è poco. Basta guardare ai presidi, le reggenze sono un record a livello Paese. Così il lavoro diventa impossibile». Senza una direzione, secondo Zonta, i diritti della scuola – e quindi degli allievi – vengono lesi.

«Perché non ci sono risorse e anche il ministero dell’Istruzione non sembra avere una linea chiara – ha aggiunto il segretario regionale dell’Flc Cgil –. Al momento dell’iscrizione alle materne statali, viene spessissimo chiesto ai genitori di portare pennarelli e materiale di consumo per i bambini. Questo è inaccettabile in un’ottica di scuola di prossimità 0-6 anni. Per di più agisce su un tessuto sociale sfaldato e messo in seria difficoltà da salari che non aumentano da anni». Le maggiori criticità si registreranno soprattutto alla scuola primaria, secondo Donato Lamorte, segretario regionale della Cisl Scuola.

«I concorsi sono già esauriti – ha precisato –. Ora siamo in attesa delle nuove graduatorie, per capire come saranno predisposte. Ma la vera preoccupazione riguarda il fatto che, a oggi, non conosciamo ancora il contingente del personale in ruolo il prossimo anno. Questo significa che non tutti i 598 pensionamenti potrebbero venire sostituiti.

E questo sarebbe un grave danno per la nostra scuola. Stiamo chiedendo al Ministero che assicuri la disponibilità dei posti, poi vedremo se le graduatorie basteranno». Come accennato le due strade che si aprono in caso di posti vacanti vanno, una in direzione di altre regioni italiane (fornendo in questo modo presumibilmente un servizio ai ragazzi non meno buono, ma meno continuo), l’altra verso la messa a disposizione. «Questa possibilità non è regolata per norma e prevede che una persona senza abilitazione dia la propria disponibilità alle supplenze fuori dalle graduatorie provinciali e di istituto», ha precisato Lamorte.

«Siamo davanti alla somma di molti problemi che si sono accumulati per anni nel mondo dell’istruzione – è l’opinione di Ugo Previti, segretario regionale della Uil Scuola –. Di sicuro chi raggiunge la quota stabilita dalla legge Fornero scappa, ha paura a restare perché al peggio non c’è mai fine».
 

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