Esondazione e sisma, esercitazione a Mortegliano: un piano di emergenza dopo la grandinata
Sono stati coinvolti 60 volontari di 7 gruppi. Allestite le aree di ricovero e quelle di attesa per i cittadini

Le quattro aree di attesa per i cittadini vengono attivate. Due a Mortegliano, al foro Boario e nell’area festeggiamenti in via Tomba, una al centro civico di Chiasiellis e una nell’area delle scuole elementari di Lavariano. Parte un segnale di allerta, ed è qui che i cittadini vengono invitati ad andare per essere censiti. In corso c’è una allerta, c’è stato il terremoto.
Parte da qui l’esercitazione che sabato ha coinvolto una sessantina di volontari della Protezione civile di Mortegliano e degli altri gruppi dei sei Comuni che fanno parte del Distretto del Cormor (Basiliano, Campoformido, Lestizza, Martignacco, Pasian di Prato e Pozzuolo).
Una esercitazione, questa, che ha previsto anche una simulazione dell’esondazione del torrente Cormor con l’allagamento su via Lestizza.

Si è dunque partiti con l’allerta ai cittadini, per proseguire con il test del piano di emergenza e l’attivazione del centro operativo comunale in municipio, fino all’allestimento delle aree di ricovero al coperto. Una giornata, che era stata presentata dal gruppo della Protezione civile, durante tre serate organizzate con la cittadinanza.
«L’evento vissuto con la violenta grandinata del 24 luglio 2023 – riferisce il coordinatore del gruppo di Mortegliano Renato Campese – ci ha fatto comprendere quanto importante sia conoscere cosa fare e cosa non fare in una situazione di emergenza. Vista l’importanza di questo argomento abbiamo promosso tre serate informative, a cui hanno preso parte numerosi cittadini, e poi la giornata in cui si è svolta l’esercitazione vera e propria».
In municipio tutte le fasi per la gestione dell’emergenza si sono svolte alla presenza del sindaco di Mortegliano Roberto Zuliani e dell’assessore Elisa Tammaro con la collaborazione degli uffici comunali come l’anagrafe, determinante per il censimento della popolazione e l’individuazione di eventuali dispersi.
«La grandinata che devastò il paese – prosegue Campese – determinò una emergenza che ci coinvolse in prima linea nella gestione. Questo ci ha portato prima ad avviare un confronto interno tra noi volontari, da condividere poi con i cittadini, per capire come poter migliorare tutti gli aspetti organizzativi della gestione e anche la comunicazione nei confronti di tutti gli abitanti».
L’esercitazione è stata dunque una occasione per spiegare e far conoscere ai residenti le linee guida sui comportamenti da adottare durante una situazione di emergenza. Proprio alla Protezione civile regionale – e a tutto il sistema dei volontari – il Comune aveva assegnato la cittadinanza onoraria.
Del resto a Mortegliano, e negli altri comuni colpiti dalla grandinata, la Protezione civile aveva operato complessivamente con più di 3.700 volontari e 1 627 mezzi, per un totale di 60 mila “giornate uomo” (erano stati acquistati 240 mila metri quadrati di teli e oltre 40 mila sacchetti di sabbia per zavorrare i teli).
«L’esercitazione della Protezione civile – conclude Campese – strumento di prevenzione e di verifica dei piani di emergenza davvero importante, che ha l’obiettivo di testare il modello di intervento, di aggiornare le conoscenze del territorio e l’adeguatezza dei mezzi. Lo scopo è quello di preparare sia i volontari alla gestione delle emergenza sia la popolazione spiegandole i corretti comportamenti da adottare».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto