Esperimento nato nel 2005, anche Mestroni disse basta
PORDENONE. Manchiaro è il terzo mobility manager (anche se uno era un tecnico della mobilità) che se ne va da Pordenone in dieci anni, quasi a far pensare che la figura più che occuparsi di mobilità tenda per sua natura a essere “mobile”.
A istituire la figura dell’esperto del settore mobilità (intesa come sistema della viabilità e della sosta), nel 2005, fu l’allora sindaco Sergio Bolzonello che scelse Luca Mestroni.
Architetto udinese, professionista specializzato in valutazione di piani e progetti pubblici e in modellizzazione dei sistemi di trasporto regionali, Mestroni si era occupato di direzione e gestione di progetti nel campo dei trasporti e dell'intermodalità e aveva lavorato per la Provincia di Bologna, la Regione Marche, il coordinamento delle Regioni adriatiche, e, a lungo, per la Regione Emilia-Romagna.
Anche lui, dopo un paio d’anni aveva lasciato il Comune di Pordenone ed era andato a lavorare, stessa qualifica, al Comune di Udine (dopo aver vinto il concorso). Poi è entrato in Regione.
Un addio non morbido, quello con Mestroni, che si dimise quando la giunta manifestò la volontà di revocare l’incarico per i ritardi nell’attivazione della linea rossa dei bus. Non diede il tempo alla politica di agire.
Nel 2008 l’amministrazione Bolzonello diede l’incarico di tecnico della mobilità a Daniele Orzan, allora trentenne, consigliere comunale del Pd a Gorizia. Nel 2012 – amministrazione Pedrotti – nuova selezione e a febbraio la scelta, in virtù di curriculum ed esperienza, di Massimiliano Manchiaro.
Ma è già tempo di un nuovo addio. Bisognerà vedere se l’amministrazione riuscirà a convincerlo a fare un passo indietro. Ma chi l’ha conosciuto in questi anni parla di dimissioni “irrevocabili”.
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