«Espulso perchè sono contro Pramollo»

Lo sfogo di Mazzolini il giorno dopo la sua esclusione dal consiglio. «Marsilio e De Monte (Pd) me l’hanno fatta pagare»

UDINE. È stato sbattuto fuori dal Consiglio regionale, ma Stefano Mazzolini, leghista della prima ora, non intende lasciare la politica. Anzi, contrattacca, assicurando che ora, non occupando più ruoli istituzionali, si dedicherà «a mettere in piazza i pastrocchi di questa maggioranza regionale». In attesa di decidere se presentare o meno ricorso, Mazzolini ha le idee chiare su chi incolpare per la sua estromissione dall’aula: la senatrice Isabella De Monte e il consigliere regionale Enzo Marsilio, entrambi esponenti del Pd.

«Pago le mie scelte a difesa del territorio montano – sostiene l’ex presidente di Promotur –. Il Pd, votando l’ineleggibilità (il provvedimento è passato con 25 voti a favore, 20 contrari e 2 astensioni) ha preferito giudicare senza averne titolo, dimostrando tutta la propria arroganza, sprezzante della volontà popolare. La mia falsa ineleggibilità – continua – è stata montata ad arte da due esponenti del Pd, che si sono sentiti messi in ombra dalle mie posizioni a favore della montagna friulana e contro Pramollo: De Monte e Marsilio. L’ho sempre detto e lo ribadisco, il progetto di sviluppo di Passo Pramollo è inopportuno in questo periodo di crisi. Gli oltre 70 milioni previsti, dovrebbero essere utilizzati per migliorare i cinque poli sciistici regionali, non per portare i turisti in Carinzia».

L’ormai ex consigliere regionale del Carroccio è convinto di aver pagato con l’esclusione dall’aula la propria contrarierà a Pramollo: «Avendo assunto posizioni forti contro di loro – prosegue – si sono voluti vendicare, aizzando il Pd contro di me. Hanno fatto di tutto per sbattermi fuori, perchè nella politica di oggi, chi parla e alza la testa, va eliminato. Purtroppo – aggiunge – De Monte non si rende conto che il progetto Pramollo porterà vantaggi soltanto agli austriaci, mentre Marsilio, anche lui convinto sostenitore di uno sviluppo transfrontaliero a Nassfeld, forse dimentica che il suo ruolo gli impone di tutelare innanzitutto gli interessi dello Zoncolan e degli altri poli regionali».

Detto questo, Mazzolini continua a sostenere la poca chiarezza della norma che regola i casi di ineleggibilità in Consiglio regionale: «La legge non è chiara e si presta a interpretazioni diverse. Credo però che, nel dubbio, la volontà popolare non dovrebbe mai essere sconfessata. Eppure il Pd ha preferito trasformare il Consiglio regionale in un tribunale. La democrazia è una cosa seria, non va sbeffeggiata per contrasti politici o personali».

Mazzolini è un fiume in piena, che si scaglia anche contro il Movimento 5 Stelle: «I grillini giudicano senza conoscere le cose. Sono appena arrivati in politica e già pensano di poter valutare l’operato degli altri». L’ex consigliere guarda avanti, convinto che sarà sostituito da una persona di valore: «Sono certo che Barbara Zilli farà bene, essendo una persona capace. Per quanto mi riguarda – assicura – continuerò a fare politica, ma non necessariamente dai banchi dei palazzi. Probabilmente sceglierò una strada diversa, restando tra la gente per denunciare i misfatti di questa amministrazione regionale».

Sul ricorso contro la dichiarazione di ineleggibilità, Mazzolini è ancora titubante: «Non lo so, ci devo pensare – conferma – dopotutto potrei fare molto anche stando fuori dai giochi della politica. Valuterò il da farsi nei prossimi giorni insieme ai miei legali». La sensazione è che alla fine il ricorso ci sarà e che della vicenda Mazzolini si parlerà per molto tempo. «Faccio politica da più di vent’anni, e me ne sono successe di tutti i colori, ma alla fine ne sono sempre uscito rafforzato. Dovrò decidermi a scrivere un libro sulla mia esperienza politica per svelare tutti i retroscena e gli aneddoti di questi anni».

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