Evasione dei tributi: uno su due alla fine riesce a farla franca

Pordenone, aumenta l’attività di accertamento da parte del Comune. Buono il recupero della tassa rifiuti, più difficile quella per Ici e Imu

PORDENONE. Non ci sono solamente le sanzioni per violazioni al codice della strada. Nell’evasione fiscale che ricade sulle casse del Comune di Pordenone figurano anche Ici, Imu, e la tassa sui rifiuti (un tempo Tarsu, Tia, Tasi).

E così il Comune di Pordenone, anche se ha aumentato la quota di accertamenti e verifiche, deve fare i conti con la difficoltà di riscuotere poi effettivamente i crediti.

Dagli asili allo sport: salasso per il Comune

Il trend dell’ultimo anno emerge anche nella relazione dei revisori dei conti allegata al bilancio consuntivo che l’amministrazione si prepara ad approvare e che deve affrontare la prova dei residui ovvero il calcolo dei fondi non spesi e rimasti nelle pieghe dei vari capitoli di bilancio.

Nella relazione emerge che il Comune ha aumentato la quota di accertamenti rispetto alle previsioni (521 mila euro su 450 mila euro previsti ovvero il 116 per cento rispetto a quanto era atteso), ma di questi solo 278 mila sono stati riscossi ovvero il 53 per cento.

Se il recupero dell’evasione della bolletta dei rifiuti è stata del 63 per cento su una quota però ben superiore a quella prevista inizialmente (sono stati recuperati 274 mila euro su 434 mila), nel caso delle imposte sugli immobili (Ici e Imu) il percorso è più complesso.

L’amministrazione ha recuperato 63 mila euro sugli 85 mila euro accertati, ma in questo caso la quota accertata è stata il 57 per cento di quella valutata inizialmente.

La situazione è comunque migliorata rispetto al 2012, quando gli accertamenti erano pari a 553 mila euro e le riscossioni di competenza erano state appena 104 mila. Se l’attività di recupero è migliorata, nel frattempo è cresciuta anche l’evasione, complice la crisi economica.

Anche per questo, come ha già spiegato l’assessore al bilancio Renzo Mazzer, il fondo di svalutazione crediti che l’amministrazione adotterà con il bilancio ammonta a 3,8 milioni di euro assorbendo gran parte dell’avanzo di amministrazione non vincolato.

Il fondo serve a coprire quelle poste che il Comune indica in entrata ma che non è certo di incassare e tra queste le sanzioni la fanno da padrone. Quelle per multe non incassate – e legate al passato – superano il milione di euro.

Del resto lo stesso comandante della polizia municipale, Arrigo Buranel, non più tardi di dieci giorni fa – in occasione della presentazione della app per parcheggiare con la carta di credito – ha evidenziato come sia sempre più complicato e dispendioso, in termini di risorse umane, dover recuperare l’inevaso.

I tempi delle notifiche si sono accertati e molti contribuenti cambiano rapidamente indirizzo. E se non c’è notifica non c’è sanzione da riscuotere.

A ciò si aggiunge un rapporto non facile con Equitalia. Il Comune ha valutato in più occasioni di abbandonare il servizio di recupero crediti nazionale, ma il progetto di creare un sistema alternativo – magari su base regionale – non è decollato. E quindi, a oggi, i Comuni non hanno reali alternative.

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