Evasione in elicottero: il “regista” torna libero
TOLMEZZO. Con un’ordinanza del 28 febbraio scorso il tribunale del Riesame di Trieste ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 6 febbraio dal Gip di Tolmezzo nei confronti di Carlo Zacco, 42 anni, originario di Palermo.
L’uomo, secondo gli inquirenti del capoluogo carnico che a fine gennaio hanno tirato le file dell’operazione Escape (condotta dai carabinieri del Ros e dalla polizia penitenziaria) con cui sarebbe stato sventato un progetto di evasione in elicottero dal carcere di massima sicurezza di Tolmezzo, avrebbe avuto il ruolo di “regista” del tentativo di fuga. Non solo, avrebbe anche agevolato l’ingresso della stessa struttura penitenziaria di droga e coltelli.
Il collegio del Riesame (presidente relatore Giorgio Nicoli, a latere Paolo Vascotto e Francesco Antoni) ha scritto 23 pagine per spiegare come «nell’intero compendio investigativo non vi sia, in ultima analisi, alcun elemento che supporti l’accusa elevata a Carlo Zacco. Il contenuto degli atti neppure offre elementi obiettivi per potersi parlare propriamente di “meri sospetti” a carico del ricorrente, laddove in questo caso la categoria più pertinente ad una possibile definizione del materiale offerto a carico di Zacco parrebbe quella delle mere congetture».
Tali congetture, osserva poi il tribunale di Trieste, vengono anche «esplicitate come tali» e si abbonda «nell’uso di ipotesi al condizionale, di circonvoluzioni probabilistiche e indeterminati richiami alla cosiddetta “attività investigativa”». Successivamente, i giudici si richiamano alle «dettagliate, precise e mirate osservazioni svolte dal difensore di Zacco, l’avvocato milanese Anna Molinari che si è detta «soddisfatta dei risultati ottenuti».
Non altrettanto può affermare il procuratore di Tolmezzo Giancarlo Buonocore che per mesi ha coordinato i militari del Ros e l’intera operazione e che ha già annunciato un ricorso in Cassazione anche per questa ordinanza, come era già avvenuto per altre relative sempre all’operazione Escape. «Pare proprio ci sia una sorta di prevenzione - ha commentato il magistrato - verso qualunque provvedimento che, più che non condiviso, viene attaccato alle fondamenta con toni ed espressioni che, francamente, riscontro per la prima volta in oltre 35 anni di lavoro. La terminologia usata mi lascia sgomento e mi sembra gratuita rispetto allo scopo del provvedimento stesso. Non posso far altro - ha concluso il procuratore Buonocore - che fare ricorso in Cassazione».
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