Ex cantina sociale in stato di degrado
CERVIGNANO. L’ex cantina sociale di via Aquileia, proprietà della ditta Dima, al centro della protesta. Residenti e opposizione insorgono per lo stato di degrado e abbandono che caratterizza l’area, peraltro al centro di un’ampia zona residenziale, da anni in attesa di essere riqualificata.
Qualche settimana fa, in municipio, era stata organizzata una giunta in seduta pubblica per deliberare in merito al piano attuativo comunale di iniziativa privata denominato "cantina sociale" ma la riunione è stata rinviata all’ultimo momento.
Molti cittadini di via Aquileia e via Torino chiedono che la questione venga risolta in tempi brevi. «La zona è abbandonata – racconta un residente – il cancello è stato chiuso solo recentemente ma nonostante questo è ancora possibile entrare. La recinzione, in alcuni punti, avrebbe bisogno di essere sistemata».
Aggiunge un cervignanese: «Ci sono persone che aprono la finestra e gettano immondizie all’interno dell’area. É un vero peccato vedere questo pezzo di storia di Cervignano in questo stato».
L’opposizione consiliare affronterà la questione nel prossimo consiglio. «É un esempio di pessima gestione della cosa pubblica da parte dell'amministrazione – attacca Antonio Rossetti, capogruppo della civica “Le Fontane” – La Dima aveva presentato un progetto di riqualificazione che prevedeva la costruzione di alcuni edifici. Parliamo di una zona urbanistica B1, che ha precisi limiti edilizi. La ditta proprietaria, prima del 2010, aveva presentato un progetto che non aveva i requisiti richiesti. Il Comune, pur di farlo passare, aveva approvato la variante 80 al piano regolatore. Portata il 24 maggio 2010 in consiglio comunale, era stata adottata con il voto contrario dell’opposizione di allora. Da quel momento è ancora tutto fermo».
Rossetti precisa: «Dopo l’insediamento della nuova giunta, la ditta aveva chiesto di procedere per ottenere la licenza edilizia ma dall’amministrazione non è arrivata alcuna risposta e l’azienda ha fatto causa sostenendo che il Comune di Cervignano ha superato i termini di risposta di novanta giorni. Questo allungamento dei tempi è stato causato dalla mancanza di una commissione urbanistica, creata soltanto lo scorso mese di febbraio. La commissione urbanistica ha solo il potere consultivo ma la giunta non emette alcun atto se non ha ricevuto prima il parere della commissione in questione».
Conclude Rossetti: «La giunta, ad oggi, non ha dato alcuna licenza e intanto è intervenuta la sentenza del Tar. La ditta ha rinunciato alla causa ma il Tar ha riconosciuto la colpa del Comune per i tempi lunghissimi e ha condannato l’amministrazione a pagare le spese processuali pari a 2.818 euro (sanzione, spese accessorie e Iva). Ovviamente a pagare saranno tutti i cervignanesi, purtroppo».
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