Ex caserma Duodo, il Pdl attacca l’assessore leghista
UDINE. Anche il Pdl critica il progetto della cittadella. Il capogruppo Renato Carlantoni, senza entrare nel merito del project financing, ha infatti evidenziato come non ci sia stata alcuna condivisione da parte dell’assessore leghista Stefano Teghil. Niente dialogo all’interno della maggioranza insomma come denunciato in aula dal consigliere Pdl, Maurizio Gerussi. «Abbiamo appreso del progetto dalla stampa», sottolinea Carlantoni. E non è finita qui. Perché oltre al mancato coinvolgimento, secondo il Pdl c’è anche una questione di opportunità o, meglio, di inopportunità rispetto ai tempi. «Personalmente condivido l’idea di accorpare nell’ex Duodo tutti gli uffici della Provincia sparsi per la città e anche la necessità di razionalizzare il patrimonio immobiliare cedendo edifici non più funzionali ma - precisa Carlantoni - far partire adesso una simile iniziativa è sicuramente inopportuno. Prima di tutto perché c’è il rischio che il progetto venga visto come uno spot elettorale dell’assessore e poi perché è in corso un dibattito sul futuro delle province che non possiamo certo ignorare».
Secondo Carlantoni insomma «sarebbe stato meglio rimandare» e comunque «era necessario aprire un confronto più approfondito almeno all’interno della maggioranza» prima di “lanciare” un’iniziativa così importante anche per l’investimento complessivo (si parla di 38 milioni di euro). In buona sostanza: ha senso pianificare lo sviluppo di un ente che potrebbe essere abolito o ridimensionato o comunque rivoluzionato prima ancora che l’eventuale super cantiere possa concludersi (le previsioni - a onor del vero piuttosto ottimistiche - parlano del 2016)? Il Pdl, come già il Pd e i grillini, ritengono di no.
Ma Teghil la pensa diversamente. Ed è pronto a invitare anche il Movimento 5 stelle alla commissione ad hoc che intende convocare per illustrare il progetto nel dettaglio. «Forse avrei dovuto convocare prima una commissione - ammette -, ma voglio chiarire alcuni aspetti sui quali mi pare ci sia parecchia confusione. Innanzitutto voglio precisare che questo progetto è stato presentato da dei privati. Nemmeno io lo conoscevo fino a quando non ci è stato inviato a dicembre quando ho puntualmente informato la giunta. Poi voglio chiarire che la Provincia non si è assunta alcun impegno di spesa». Niente debiti quindi. «Il progetto - spiega - deve ancora essere vagliato dagli uffici. Solo se sarà dichiarato di pubblica utilità si potrà andare avanti ma in ogni caso il bando non potrà essere pubblicato prima della fine dell’anno». Come dire che la scelta quindi toccherà alla prossima amministrazione. «Quello che lascerò in eredità - aggiunge - è soltanto la possibilità di portare avanti un piano finalizzato al recupero di una caserma dismessa che cade a pezzi e al risparmio energetico. Un piano che da sola la Provincia non avrebbe mai potuto realizzare visto il costo di 38 milioni. Ed è per questo che abbiamo pensato al project con il coinvolgimento di privati pronti a farsi carico della metà dell’investimento e di altri quattro edifici che la Provincia cederà in permuta per un controvalore di circa 13,3 milioni. A quel punto l’investimento per Palazzo Belgrado potrebbe essere di 3-4 milioni, ma forse anche meno perché in gara vincerà l’offerta migliore. Senza contare - conclude - i milioni risparmiati per le spese di manutenzione e ristrutturazione degli immobili che saranno ceduti». Per Teghil è un’opportunità da non perdere indipendentemente dal futuro della Provincia perché comunque i dipendenti dovranno continuare a lavorare in qualche ufficio e allora «meglio se si tratta di un fabbricato in classe A a bassissimo impatto energetico come la cittadella».
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